GROSSETO – La pandemia di Covid-19 ha coinciso con una doppia svolta per Noxerior, azienda grossetana hi-tech produttrice di generatori di azoto e ossigeno brevettati modulari e unici al mondo. La prima è il trasferimento da via Giordania nella nuova sede di via Genova 5, l’altra è la rivoluzione nella produzione che ha visto crollare – proprio a causa dell’emergenza sanitaria globale – il mercato dei generatori destinati ad applicazioni industriali (il core business di Noxerior) a fronte del boom del mercato dei generatori di ossigeno medicale. Una produzione per la quale Noxerior sta ricevendo commesse quasi esclusivamente dall’estero, dal resto d’Europa al resto del mondo, nonostante le condizioni economiche e soprattutto il rendimento offerto dai generatori sarebbero particolarmente favorevoli anche per le aziende e le strutture sanitarie italiane. In ogni caso la crescita dell’azienda non si ferma e ora Noxerior ha a disposizione 1.650 metri quadrati di area produzione (a fronte dei precedenti 600) e 850 metri quadrati di uffici su più livelli, più 10mila di verde.
E così la zona di via Genova che in passato aveva visto crescere aziende storiche come Eurovinil e Mabro con Noxerior adesso e con l’arrivo di Toscano tra qualche mese e l’attuale presenza di Tecnosil e altre realtà del manifatturiero della tecnologia, come Fluxinos, Maremmana Ecologia, Elmu e Rrd sta sempre di più assomigliando ad una piccola “Silicon Valley” maremmana.
«Il trasferimento nella nuova sede – dice Federico Guidarelli, general manager di Noxerior, azienda fondata nel 1973 e ora controllata dalla francese Novair – si è reso necessario, oltre che per avere a disposizione spazi adeguati al forte incremento di commesse, anche ad aumentare la forza lavoro: adesso il nostro organico è di 20 unità, con un neoassunto grossetano proprio in produzione. A questo proposito desidero ringraziare, anche a nome della casa madre Novair, tutti i nostri dipendenti, dalla produzione sempre in prima linea anche durante il boom della pandemia a chi ha lavorato in smart-working ottenendo risultati a dir poco eccellenti, come il reparto commerciale e chi ha permesso all’azienda di non fermarsi mai, fornendo un servizio sempre di alta qualità, come l’ufficio tecnico, amministrazione e logistica. Nessuno si è mai tirato indietro nel pieno della pandemia, anzi, tutti hanno collaborato per completare il trasferimento nei tempi previsti, senza ritardare i tempi di consgna di alcuna commessa nonostante un volume di ordini (come conferma la responsabile commerciale Laura Ammiraglia) che ha fatto segnare un incremento del 187% rispetto alla normale produzione a regime. In più possiamo dire con orgoglio che tutte le aziende coinvolte nella realizzazione della nostra nuova sede sono locali e che il progetto per il layout interno dei nuovi uffici, realizzato sul modello della casa madre Novair a Parigi, è stato realizzato dal giovane architetto grossetano Francesca Mazzini. Favorire l’indotto locale, nei fornitori chiave e anche nella produzione, è sempre stata la nostra filosofia».
E Noxerior adesso è presente in 130 nazioni, con oltre 1.200 referenze mondiali solo nel settore medicale. «In questa fase – spiega Guidarelli – rispetto a un core business che prevedeva una produzione per l’80% destinata al mercato industriale, nelle ultime otto settimane siamo passati a un 85% destinato ai generatori di ossigeno medicale. Dall’inizio dell’anno ne abbiamo già prodotte 135 unità, il 90% delle quali per l’emergenza Covid-19, il necessario per coprire oltre 2.000 posti letto in terapia intensiva in tutto il mondo tra ospedali, ospedali da campo e cliniche private da Dubai all’Indonesia, dalla Russia al Sudamerica (ben 32 macchine solo in Paraguay per un totale di 1.000 posti letto). Senza questa produzione saremmo al collasso: avevamo chiuso il 2019 con ottimi risultati, i migliori di sempre con un ottimo incremento di fatturato, e attualmente in 5 mesi abbiamo già quasi toccato i valori dell’intero anno passato».
Ma in Noxerior c’è un grande rammarico. Tanto apprezzata è la produzione dei generatori di ossigeno medicale all’estero, quanto quasi “ignorata” è in patria. «Gli ospedali italiani – conferma Guidarelli – da sempre usano le bombole d’ossigeno o comunque sistemi criogenici. Ma utilizzare i generatori sarebbe un salto di qualità nell’efficienza e anche un risparmio economico: è vero che le bombole arrivano negli ospedali già certificate, ma i generatori permettono un controllo continuo della purezza dell’ossigeno che arriva al
paziente, anche in remoto. E costano molto meno: per fare un esempio, una macchina dal costo di 16mila euro (la cui produttività può essere incrementata con l’aggiunta di moduli) può coprire un minimo di otto posti letto in terapia intensiva, con la produzione di 2,5 normal metri cubi d’ossigeno all’ora con una purezza del 95%, mentre per la stessa prestazione servono 100mila euro l’anno di bombole d’ossigeno. Per non parlare dei vantaggi in termini di sicurezza (niente alta pressione, niente rischio di espolosioni) e impatto green (taglio al trasporto su gomma). Insomma, i vantaggi sono davvero tanti: alle aziende sanitarie, agli enti di protezione civile e alle istituzioni chiediamo solo di metterci alla prova. Questi macchinari sono registrati come dispositivi medicali di classe IIB al ministero della Sanità e li vendiamo già in tutta Europa e nel resto del mondo: vorremmo dare, da italiani, un contributo anche al nostro Paese e al nostro territorio».
«A Grosseto evidentemente non mancano gli imprenditori illuminati, ancora capaci di investire nelle loro realtà produttive e di conseguenza nel futuro della nostra città e delle nuove generazioni – dice l’assessore alle Attività produttive del Comune di Grosseto, Riccardo Ginanneschi – e per questo potranno sempre contare sul sostegno dell’Amministrazione comunale. L’auspicio è che la zona di via Genova, recuperata, possa diventare uno dei simboli della rinascita produttiva di questo territorio. Perché è già una realtà e la crescita si fonda su basi solide, tra conoscenze e strategie. Con il contributo di tutti, ce la faremo»).
E all’appello di Noxerior si unisce Confindustria: «Tutti noi dobbiamo essere fieri del fatto che un’azienda grossetana al 100% come Noxerior sia riuscita a conquistare un ruolo di primo piano sui mercati internazionali nel proprio settore – dice Francesco Pacini, presidente della delegazione di Grosseto di Confindustria Toscana Sud – e che, insieme con altre realtà produttive di prim’ordine, costituisca un polo d’eccellenza in grado di riqualificare una zona produttiva così importante della città capoluogo. È altrettanto vero, però, che sarebbe davvero uno spreco, anche agli occhi dei cittadini, se la manifattura hi-tech made in Maremma dovesse continuare a riscuotere successo solo fuori dai confini nazionali, per tante ragioni: crediamo fortemente che l’evoluzione sia sempre un passo necessario, indispensabile».