PORTO SANTO STEFANO – Sette pescherecci scoperti durante il periodo di lockdown nella acque del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano. È il bilancio del Centro di controllo area pesca della direzione marittima della Capitaneria di Livorno, che ha eseguito un’attività di osservazione, mantenendo sotto stretta sorveglianza le zone protette grazie ai sofisticati dispositivi di monitoraggio satellitare delle attività di pesca professionale e di tracciamento automatico del traffico navale.
Sette in totale i pescherecci a strascico già sanzionati, dall’inizio dell’anno, poiché, in alcuni casi, il sistema automatico di identificazione e localizzazione di bordo era stato disattivato proprio in prossimità delle aree interdette delle isole del Giglio e di Montecristo, oppure, in altri casi, perché intercettati nella cosiddetta zona due delle isole di Capraia e Giannutri dove, alle unità a strascico, è consentito il solo attraversamento a velocità non inferiore a 7 nodi.
Ed è proprio in tale contesto di controllo “da remoto” che è stato individuato, nelle acque toscane, anche un peschereccio di bandiera maltese risultato invisibile al sistema satellitare di localizzazione. I militari della sala operativa, attraverso la visualizzazione del tracciamento automatico del traffico navale (AIS), hanno notato la presenza dell’imbarcazione accertando che l’apparato di controllo satellitare, installato a bordo, non trasmetteva i dati di posizione, rotta e velocità. Il comandante del peschereccio, fermo in porto a Porto Santo Stefano, è stato diffidato dal mollare gli ormeggi ed ha potuto riprendere le attività di pesca solo dopo che l’apparato di localizzazione satellitare, risultato in effetti in avaria, ha ripreso la totale efficienza tecnica.