SELVENA – «Nella decima edizione del censimento biennale sui Luoghi del cuore promosso dal Fai, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, anche rocca Silvana di Selvena, castello Aldobrandesco dell’XI secolo, è stata proposta come un monumento da segnalare a livello nazionale ed internazionale» a raccontarlo è Nedo Balocchi che sottolinea come la Rocca «stia scalando la classifica, con sforzo titanico, visto i concorrenti molto forti per bacino di voti».
«Al momento, con nostro orgoglio, è in una posizione intorno al 100esimo posto, ma lontano dalle prime posizioni come numero di votanti. A Selvena, dagli anni ’90, con l’amministrazione di Uso civico (Asbuc Selvena), la facoltà di Archeologia medievale dell’Università di Siena, la Soprintendenza delle belle arti e del paesaggio di Siena, l’amministrazione comunale di Castell’Azzara, furono fatti interventi di restauro e scavo al castello Aldobrandesco, una struttura imponente e suggestiva che dall’XI secolo domina la valle della Fiora».
«Gli abitanti di Selvena ci tengono molto a far conoscere a tutti la bellezza della propria fortezza, con la sua torre pentagonale irregolare a filarotto di stile federiciano. I dieci secoli di vicende storiche che l’hanno vista in fasi di costruzioni e distruzioni, la più seria nel 1242 ad opera di Federico II poi ricostruita e abbellita da maestranze preparate e volontà politica, hanno lasciato i sedimenti di insediamenti anche popolosi e ricchi di cui sono rimasti particolari testimonianze all’interno e nell’ampio borgo con la sua seconda cinta muraria. L’antropizzazione ha lasciato non solo mura ed arte per la difesa militare ma prove di una economia fiorente. In un’acquaforte del 1557 veniva mostrata la lavorazione del vetriolo in cui sono stati impiantati castagni ora secolari».
«Incastonata nelle pendici della valle del fiume Fiora, è stata sentinella per secoli delle famiglie Aldobrandeschi e Sforza, a tutela di un territorio ricco di cinabro, quindi del loro metallo prezioso come era il mercurio, estratto dalla miniera sottostante del Morone. Negli anni sono stati fatti interventi sulla cinta muraria, sul cassero, sulla torre». Per questo Balocchi vorrebbe “scalare” la classifica del Fai, per far conoscere «Un patrimonio tra i più rari della nostra Regione. Anche per poter ottenere dei fondi imprescindibili per continuare il restauro e gli scavi con campagne continuative da cui creare un museo archeologico e minerario».
Per votare Rocca Silvana tra i luoghi del cuore si può andare sul sito del Fai o cliccare QUI