GROSSETO – Don Enzo Mantiloni, parroco di Caldana, assistente diocesano del Cvs (centro volontari della sofferenza) e canonico del Capitolo della cattedrale, ha ricordato oggi i suoi 50 anni di sacerdozio.
Venne, infatti, ordinato prete il 17 maggio 1970 in piazza san Pietro da papa Paolo VI, oggi santo, insieme ad altri 277 seminaristi provenienti da varie parti del mondo. In quei giorni, infatti, Papa Montini ricordava anch’egli cinquant’anni di sacerdozio e volle festeggiarli ordinando nuovi preti per la Chiesa e per il mondo. Tra loro il giovane Enzo Mantiloni.
Don Mantiloni aveva in programma di festeggiare questo importante anniversario a Caldana, insieme alla comunità parrocchiale che serve da 24 anni. Purtroppo l’emergenza covid-19 ha reso impossibile questo desiderio. Così don Enzo ha concelebrato con il vescovo Rodolfo in cattedrale nella Messa delle 11 trasmessa in diretta su Tv9. Lo ha fatto indossando la casula che 50 anni fa gli donò Paolo VI e utilizzando il calice in legno di ulivo scolpito per la circostanza di questo anniversario dall’artista caldanese Giuliano Bigazzi.
Originario di Castel del Piano, giunse nella piana maremmana con la famiglia che era ancora un bambino. Al babbo Rio, infatti, fu assegnato un podere della Riforma fondiaria nella zona di Pian del Bichi. Ogni domenica Enzo raggiungeva a piedi, con la famiglia, la parrocchia di Montemassi dove serviva Messa a don don Emilio Renzi, che poi, finita quella celebrazione, caricava Enzo sulla Vespa e lo portava con sé in una chiesetta patronale a Pescaia, dove il chierichetto gli serviva di nuovo Messa. Don Emilio intuì in quel ragazzino una predisposizione alla vita di fede. E fu proprio il parroco, al termine delle scuole elementari, ad aiutare Enzo a entrare nel Seminario minore di Grosseto preparandolo anche all’esame di ammissione. Finite le medie, il giovane Enzo si trasferì al Seminario regionale di Siena, che all’epoca era accanto alla basilica di San Francesco. Il 17 maggio 1970 l’attesa ordinazione sacerdotale. La domenica successiva, il 24 maggio, don Enzo celebrò la sua Prima Messa nella chiesa parrocchiale di Braccagni. Nel frattempo la famiglia si era trasferita in un nuovo podere nella zona del Madonnino. Il novello sacerdote fu subito “tuffato” nella vita pastorale dal vescovo Primo Gasbarri. Per due anni fu vice parroco a Porto Santo Stefano. Nell’ottobre del ’72 don Enzo viene mandato parroco ad Arcille, dove è rimasto vent’anni. Nel 1992 e il vescovo Scola nominò don Mantiloni parroco della Santa Famiglia a Grosseto e nel ’96 il vescovo Babini chiese a don Enzo di assumere la guida della parrocchia di Caldana, dove è parroco da 24 anni, in mezzo a una comunità viva e partecipe, che ha dato alla Chiesa diocesana anche un sacerdote: don Gian Paolo Marchetti.
Nel contempo, sulla strada di don Mantiloni l’incontro con l’esperienza del Cvs, di cui è diventato assistente oltre trent’anni fa e responsabile di “Casa Myriam” a Marina di Grosseto.
Il Vescovo, al termine della Messa, ha consegnato a don Mantiloni un crocifisso sbalzato antico, poggiato su una croce in legno. “In questo segno – gli ha detto – c’è tutta la tua storia legata alla dimensione della sofferenza”, mentre don Franco Cencioni a nome del Capitolo della cattedrale ha rivolto a don Enzo un messaggio augurale come cinquant’anni fa gli rivolse le felicitazioni a Braccagni a nome dei preti della zona pastorale urbana che all’epoca arrivava fino alla frazione grossetana.