FOLLONICA – Cerco di immaginare una grande folla omaggiare il Granduca Leopoldo II D’Asburgo-Lorena che appare, accompagnato dalla consorte Maria Luisa di Borbone-Spagna, sulla porta della chiesa appena consacrata a San Leopoldo e che, insieme a lei, prima scende i gradini del sagrato, poi sale in carrozza ed infine si allontana. Al seguito la corte.
“La memoria è il diario che ciascuno porta con sé” diceva Oscar Wilde, ed io, oggi, ringrazio Mario Monciatti per avermi concesso, come membro del direttivo dell’Associazione Follos 1838, questa intervista ed avere acconsentito di dialogare, telefonicamente, di una bella pagina del passato follonichese e di una rievocazione storica che appassiona e coinvolge moltissima gente.
Nel 2019 Follos 1838 ha compiuto 20 anni. In tempi di Coronavirus il corteo non ha potuto sfilare, ma è notizia di questi giorni che ha voluto essere comunque presente nella città.
Dal 2000, anno in cui ebbe luogo la prima rievocazione, la seconda domenica di maggio il corteo storico dell’Associazione Follos 1838 sfila per le strade di Follonica. Composto da circa 150 figuranti fra Corte granducale, nobili, borghesi, popolo, carrozze e guardie a cavallo, anima le strade della città.
Purtroppo l’emergenza Coronavirus quest’anno ha cancellato, od almeno sospeso sine die, i festeggiamenti. L’associazione Follos 1838 ha inteso, però, essere in qualche modo presente per le vie della città e fra i suoi concittadini e lo ha fatto tramite una donazione alla Caritas locale che sostiene ed assiste tante famiglie oggi in difficoltà .
Abbiamo voluto dare un segno di presenza e vicinanza ai cittadini che seguono ed animano con passione la rievocazione, tramite un gesto simbolico che unisce nella solidarietà così come il corte storico unisce nella memoria delle nostre comuni radici.
Mario, cosa accadde a Follonica in quel giorno di maggio nell’anno 1838?
Quel 10 maggio 1838, il Granduca Leopoldo II di Lorena, accompagnato dalla famiglia e da un nutrito seguito di notabili e personaggi del Granducato, inaugurò la Chiesa di San Leopoldo.
Il Granduca Leopoldo II, ben consigliato dall’ingegner Manetti, decise di investire copiosi capitali in Maremma per bonificare il territorio prosciugando i paduli di Castiglione della Pescaia, Scarlino e Piombino. Fra gli investimenti più importanti vi fu anche l’ampliamento delle fonderie di Follonicache attrassero lavoratori e nuovi cittadini per i quali il Granduca volle un nuovo tempio ornato da opere fusorie artistiche realizzate proprio nella fonderia. Dalla sua volontà e dalla laboriosità della gente maremmana nacque la chiesa di san Leopoldo e la Follonica ottocentesca.
E chi era il Granduca di Toscana? Perché era chiamato anche Canapone?
Il Granduca Leopoldo II fu, per l’epoca, un governante degno erede del padre Ferdinando III, tollerante, evoluto, effettivamente animato da intenti di sviluppo, civiltà e prosperità per la Toscana. Godeva, infatti, di una largo consenso fra la popolazione in ragione della riduzione delle tasse, dell’ammorbidimento della censura, della copiosa mole di investimenti per lo sviluppo delle infrastrutture, come strade, ferrovie e porti. Era detto “ Canapone” per il colore sbiadito dei suoi capelli biondi.
Com’era la città del Golfo all’epoca di Leopoldo II?
Follonica era all’inizio di un’energica fase di crescita e sviluppo: sino ai primi anni dell’800 era solo un piccolissimo e poco significativo centro dedito pesca ed a modeste fusioni, ma le grandi bonifiche condotte in tutta la Maremma, il forte impulso dato alle fonderie e la chiara volontà, testimoniata anche dalla costruzione di una chiesa importante come San Leopoldo, di costituire un importate nucleo abitato, dettero a Follonica l’energia per crescere e divenire sempre più importante .
Da molto tempo proprio a Follonica si è costituita un’associazione che prende il nome di “ Follos 1838: qual’è il motivo di questa scelta?
Follonica era e rimane una città al centro di importanti flussi migratori. Nell’800 molti pistoiesi e lucchesi si trasferivano nelle stagioni non malariche, prima per le lavorazioni del bosco, dopo anche per l’attività di fonderia. Nel corso degli anni particolarmente le attività minerarie, poi quella chimica e dopo quella edile, hanno attratto importanti flussi di lavoratori da molte aree geografiche. Questo ha fatto sì che non si creasse e non si trasmettesse la sensazione di una storia comune.
L’associazione Follos 1838 è nata attorno all’idea di trasmissione e valorizzazione delle radici storiche di Follonica, viste come un nucleo originario cui tutti i cittadini possono riferirsi, ed al desiderio di svolgere una funzione sociale, culturale ed aggregativa .
Nella rievocazione storica Follos 1838 hai interpretato per anni la figura di Leopoldo II. Che effetto fa vestire i panni di Leopoldo II?
Nella rievocazione storica ci sforziamo di essere il più fedeli possibile in ogni aspetto, dall’evento in sé interpretando le figure di rilievo effettivamente presenti all’inaugurazione, ai dettagli degli abiti la cui ricerca archivistica è stata condotta con passione dalle nostre costumiste, prima Gianna Colangelo e poi la follonichese Alessandra Gorelli.
Totalmente fedele alla storia anche il discorso che il Granduca Leopoldo II pronunziò, dal pronao della Chiesa, all’inaugurazione e che viene fedelmente interpretato ad ogni rievocazione. Il suo discorso era davvero colmo di apprezzamento, stima ed amore per i nostri antenati, come solo le sue stesse parole possono trasmettere: “ …Questi valenti lavoratori, questa laboriosa popolazione, sono la gioia mia… Questa gente e questa terra mi hanno strappato il cuore. Questo cielo e questo mare congiurano a far innamorare chi qui vi si reca. Io ho riposto grandi speranze in questo. Vorrei succhiare dagli occhi di questa gente il suo segreto, perché non ve n’è altra simile per sincerità e schiettezza anche se alcune volte camuffate da un burbero aspetto…”.
Ecco, rendere nuovamente vive tali parole e sentimenti rivolti alla mia gente, alla mia terra cui appartengo da quattro generazioni, mi ha profondamente emozionato e reso fiero di poter vestire i panni del Granduca Leopoldo II di Lorena.
Sei quindi d’accordo con l’affermazione di Cicerone“La memoria diminuisce se non la tieni in esercizio”?
Senza ombra di dubbio la memoria, la storia, hanno un valore pari al presente ed al futuro, i quali senza di esse non hanno radici.