GROSSETO – “Non possiamo quantificare il danno economico e occupazionale del dopo coronavirus che coinvolge tutto il sistema imprenditoriale produttivo della Toscana, ma possiamo auspicare interventi mirati su quanto conosciamo. Ricordiamo con preoccupazione la crisi produttiva antecedente al Covid-19 , decine di aziende di media e grande dimensione, con oltre 6mila dipendenti a rischio occupazionale sparsi in tutta la regione”.
A scriverlo, in una nota, Moreno Bellettini del direttivo provinciale di FdI Grosseto.
“Visto che nessuno ne parla – prosegue Bellettini -, chiediamo un intervento deciso e determinante dello Stato e della stessa Regione, affinché le vertenze in essere da molto tempo siano portate a termine in positivo, per non perdere definitivamente unità produttive e forze lavoro importanti per tessuto economico regionale. Siamo convinti che nei momenti drammatici per le capacità produttive nazionali, lo Stato debba intervenire, ponendosi al di sopra del libero mercato e dei lacci o laccioli burocratici nazionali ed europei, mettendo l’interesse nazionale al di sopra di tutto”.
“L’occupazione e la produzione sono interessi nazionali – commenta -. Lo Stato, insieme alle Regioni, deve programmare il futuro senza cedere a una globalizzazione selvaggia, ponendo regole rigide a chi, per un maggior profitto, sposta le produzioni in paesi dove non esistono tutele e garanzie costituzionali”.
“A nostro avviso, non è più il tempo di rincorrere un neoliberismo senza regole che ci impedisce di dare risposte positive per questo tempo e per i tempi futuri. Auspichiamo interventi regionali, per le riprese produttive coordinate dallo Stato, per la Sanac di Massa Carrara, il Mercatone Uno di Lucca, della Novealpi di Pistoia, delle acciaierie di Piombino, della Whirlpool di Siena, della Kern di Arezzo e molte altre, alle quali adesso si sono aggiunte anche le centinaia di aziende e imprese minori, ma non per questo meno importanti, del nostro territorio provinciale che, a causa del blocco imposto dal lookdown, saranno purtroppo costrette a chiudere in quanto rimaste senza reddito” conclude Moreno Bellettini.