GROSSETO – «Il sindacalista Russo della Cisal asserisce che da parte dei Comitati ambientalisti non ci siano mai state proposte alternative all’incenerimento. Non è vero. Abbiamo costantemente sollecitato gli amministratori a copiare quanto da decenni stanno facendo in altre regioni d’Italia» a dirlo è Roberto Barocci del Forum ambientalista Grosseto.
«A parte il progetto presentato a Follonica dalla Giunta Baldi, che dette l’ incarico di elaborare una proposta alternativa ad una impresa che operava da anni in provincia di Treviso nel recupero delle materie, ma respinta e accantonata dalla lobby inceneritorista, da molti anni abbiamo costantemente invitato i sindacati locali ad alzare il telefono e ad informarsi presso i loro stessi sindacati di altre provincie sui risultati clamorosi in fatto di occupazione e tariffe che assicura l’alternativa all’incenerimento, rappresentata del recupero di materia».
«L’ultima nostra segnalazione è stata pubblicata lo scorso anno anche dalla stampa locale con la foto fatta al convegno di Zero Waste Italy, dove alcuni dei 304 sindaci che hanno aderito alla “Strategia rifiuti zero”, hanno presentato i risultati clamorosi frutto delle scelte delle loro Amministrazioni e dell’opera coerente dei gestori del servizio. Due condizioni (scelte d’indirizzo e gestione del servizio) che nel nostro territorio, per volontà politica, non hanno mai marciato nella stessa direzione e con onesta coerenza. Tant’è che tra i 304 non c’è alcun sindaco della provincia di Grosseto, ultima nel centronord Italia nella raccolta differenziata e con la tariffa più alta a carico dei cittadini» prosegue Barocci.
«Quelli presentati sono numeri che dimostrano come, nei territori delle province in cui tali sindaci hanno operato, si sia avuto:
– un incremento notevole di occupazione stabile e discreti redditi da imprese artigianali ed industriali attivate nel recupero dei materiali raccolti in maniera differenziata con il porta a porta.
– risultati di Raccolta Differenziata con il porta a porta che superano il 70%, arrivando al 90%,
– riduzione dell’indifferenziato pro capite anno (nel distretto di Treviso solo 43kg!)
– recupero di materie per oltre il 60%
– tariffe puntuali che oscillano dalla metà ad un terzo di quanto pagano i cittadini di questa provincia.
Questo non deve sorprendere, poiché l’aumento del recupero dei materiali consente maggiori entrate dalla loro vendita e, contemporaneamente, riduce i costi di smaltimento della restante, minima, quota di indifferenziato.
Differenziare conviene, ma con i gestori del servizio che sono anche proprietari degli impianti di incenerimento e discariche, è difficile. Invitiamo anche il sindacalista Russo ad alzare il telefono».