FIRENZE – Dopo quasi una settimana dall’inizio della cosiddetta fase 2, l’Ars Toscana fa un punto della situazione sull’andamento dell’epidemia in Toscana, letta anche attraverso le lenti di alcuni degli indicatori di monitoraggio previsti in coda al Dpcm del 27 aprile, attraverso i quali il Ministero della Salute deciderà in futuro se adottare provvedimenti restrittivi in quelle zone del Paese che potrebbero essere soggette a una forte emersione di nuovi casi.
Proveniamo da una settimana durante la quale la numerosità dei casi è stata stabilmente al di sotto delle 40 persone. Rispetto alla media dell’ultima settimana di marzo, data dalla quale si stima che le misure di distanziamento sociale abbiano avuto un loro effetto, vi è stata una diminuzione di nuovi casi dell’85% rispetto alla media italiana del 70% ( Lombardia 60%, Piemonte 50%). Una sola area territoriale pare ancora “drenare” la gran parte dei casi, ed è la provincia di Firenze. Ricordando che i dati trasmessi alla Protezione civile ogni giorno sono relativi alla provincia di notifica, la maggiore concentrazione a Firenze è dovuta essenzialmente alla densità abitativa del territorio ed alla più forte attrazione degli ospedali Covid nell’area fiorentina.
L’indice di contagiosità in Regione è stabilmente sotto 1 da circa un mese.
Relativamente alle condizioni cliniche, sempre più spesso siamo in presenza di casi asintomatici, pochi sintomatici ed in condizione lieve (vedi figura sotto). Conseguentemente la composizione per classe d’età e genere sta progressivamente cambiando nelle ultime settimane: dalla quarta settimana di epidemia (ultima settimana di marzo) emerge un’inversione nel rapporto tra i generi, che prima era a favore del sesso maschile (rapporto 40-60%) e che dalla prima settimana di aprile si inverte nelle stesse proporzioni in favore di quello femminile. I luoghi di contagio hanno visto il genere maschile infettarsi più spesso in famiglia e sul luogo di lavoro, mentre quello femminile tra gli operatori sanitari e nelle Residenze sanitarie assistite.
L’età media dei casi si abbassa sensibilmente nel corso della settimana, sfiorando di poco i 50 anni per entrambi i generi (era 60 fino all’ultima settimana di aprile). In questo senso, la maggiore emersione di casi asintomatici è probabilmente dovuta alla massiccia campagna di adesione ai test di screening sierologici su molte categorie professionali implementata da Regione Toscana durante le ultime settimane: questa potrà avere probabilmente impatto sull’aumento di nuovi casi nella prossima settimana, che dovrebbero presentare le stesse caratteristiche cliniche e demografiche richiamate prima. Da quando é stata avviata la campagna, il 21 di aprile, sono stati effettuati circa 45mila test di screening, pungidito e venosi, che hanno fatto emergere circa 400 persone positive, subito avviate al tampone di conferma.
Le guarigioni, soprattutto quelle definitive o cosiddette virali (doppio tampone negativo di conferma), hanno fatto un vero e proprio scatto in avanti aumentando in proporzione 8 volte di più della media italiana nell’ultimo mese: sono oramai quasi il 45% dei casi totali e la Toscana si è riportata così nella media nazionale dei casi guariti. La diretta conseguenza di un aumento così forte delle guarigioni è ovviamente la progressiva diminuzione degli attualmente positivi (casi totali meno deceduti e guariti).
Il dato dei ricoveri è senza dubbio quello più positivo (vedi figura): rispetto ad una media di circa 1.390 ricoveri totali nell’area Covid, riscontrati durante l’ultima settimana di marzo, questi sono stati poco meno di 600 nella prima settimana di maggio. Gli stessi dati per l’occupazione di posti letto in terapia intensiva (TI) sono rispettivamente 285 e 105: una riduzione per entrambe le tipologie di ricovero di circa il 60%, rispetto al 40% della media italiana per i ricoveri totali.
La percentuale di occupazione di posti in terapia intensiva rispetto al totale dei ricoveri totali è sempre tra le più alte tra le regioni, a testimonianza del maggior utilizzo anche su casi con condizioni cliniche piuttosto sfavorevoli fin dal momento del ricovero.
Focalizzando l’attenzione sui posti letto di terapia intensiva, la percentuale dei letti occupati rispetto alla capienza massima (cioè letti intensivi disponibili sommati a quelli attivabili entro 48 ore, definiti “impegno su surge capacity” che in Toscana sono 440) è attualmente del 19%. Una parte dei letti e dei reparti destinati alla cura Covid sono statI così riconvertiti all’attività clinica originaria.
Il dato sui deceduti è quello che rimane ancora piuttosto stabile: stiamo ancora osservando le conseguenze di una parte dei casi emersi durante la terza settimana di aprile, che avevano presentato condizioni cliniche gravi. In termini di mortalità la Toscana si posiziona come la regione con la più bassa mortalità rispetto a tutte le altre regioni a grande e media diffusione del virus (vedi figura).
Dal punto di vista territoriale sono Massa Carrara, Firenze e Lucca le province più colpite, in coerenza e conseguenza ai territori più colpiti dal virus, mentre i territori della parte sud est della nostra regione, sono quelli meno colpiti.
La mortalità per genere e classe d’età: le donne muoiono di meno, e sotto i 50 anni si osserva un basso tasso di mortalità, mentre si alza in modo esponenziale nelle classi di età più anziane (sopra i 75 anni). Su questo fenomeno ha un impatto considerevole la cosiddetta comorbidità, derivante dalla presenza di una o più patologie croniche: un recente approfondimento Ars ha mostrato che i soggetti toscani affetti da ipertensione, dislipidemia, diabete e cardiopatia ischemica hanno un rischio di contrarre il virus rispettivamente 33, 29, 9 e 8 volte superiore rispetto alla popolazione generale, un chiaro segnale quindi di quali siano le popolazioni che dobbiamo proteggere dalla circolazione del virus.
Veniamo in conclusione agli indicatori di monitoraggio che il Dpcm del 27 aprile ha previsto come sistema attraverso il quale valutare possibili provvedimenti di chiusura. Tra i vari indici che ciascuna regione dovrà monitorare settimanalmente c’è il tasso di occupazione delle terapie intensive, che dovrà restare inferiore al 30%, così come al di sotto del 40% dovrà rimanere quello dei ricoveri in area medica Covid; il coefficiente di crescita dei casi di Coronavirus, che dovrà essere più basso di 1, il cosiddetto R(t), indice di contagiosità nel tempo, evoluzione dell’R(0). Inoltre non dovranno emergere nuovi focolai e non dovrà intercorrere più di 4 giorni tra l’emersione dei sintomi e l’effettuazione del tampone.
“Tutti gli indicatori di monitoraggio, previsti dal Ministero, vedono per adesso la Toscana in linea con quanto previsto e richiesto – commenta Fabio Voller, coordinatore dell’Osservatorio di epidemiologia – Stiamo comunque costruendo un sistema di consultazione degli indicatori che possa tenere sotto controllo i principali indicatori del sistema di sorveglianza ministeriale”.
Gli indicatori saranno implementati anche dentro il nuovo portale dati dell’Ars Toscana: https://bit.ly/2WhgPLe.