GROSSETO – “Dopo circa due mesi dalla diffusione dell’epidemia da Covid-19, sentiamo l’esigenza di sottolineare alcuni punti relativamente alla fase 2′. In particolare vogliamo sottolineare l’importanza e la necessità di tornare al più presto a parlare di socialità e cultura e di una delle libertà sancite dalla nostra Costituzione: la libertà di associazione”.
A scriverlo, in una lettera, Simone Ferretti, presidente Arci Comitato provinciale Grosseto.
“La condizione nella quale siamo costretti dalle misure anticontagio, finora necessarie, rischia di aggravare disuguaglianze e paure già esistenti – prosegue -. La socialità e la cultura sono parte fondante della vita delle persone, della loro salute (che non è solo sanitaria ), della loro dignità. Siamo ‘animali sociali’, e come tali viviamo solo se possiamo continuare a coltivare le relazioni interpersonali ed esprimere la nostra creatività.
Per questo non vogliamo e non dobbiamo arrenderci. E siamo convinti che l’associazionismo diffuso è il giusto antidoto verso questa deriva.
Ma per esso, questa volta, esiste un pericolo fondato e concreto. Siamo un’associazione di promozione sociale che aggrega giovani e giovanissimi, bambini e famiglie, anziani, donne e uomini che si ritrovano per stare insieme nell’esercizio del diritto costituzionale di associarsi, per costruire insieme le risposte ai propri bisogni e a quelli della comunità, contrastando la solitudine e le disuguaglianze. Chi, come noi, si occupa prevalentemente di cultura e socialità, sostenendo e accompagnando decine di migliaia di cittadini in percorsi di protagonismo, aggregazione, promozione sociale e culturale, sa che per tenere saldi i legami sociali delle nostre comunità, qualunque sarà la ‘normalità’ che ci aspetta, non si potrà fare a meno di cultura, spazi educativi e aggregazione.
Le associazioni di promozione sociale, che per la gran parte vivono delle proprie attività di autofinanziamento, si trovano – tanto quanto i soggetti economici – di fronte a enormi problemi: l’impossibilità ancora di programmare la ripresa delle attività, le difficoltà nel mantenere un rapporto stabile con volontari e soci, quelle per il pagamento degli affitti delle sedi, delle utenze, delle imposte, del mantenimento dei posti di lavoro, del pagamento dei mutui, delle spese per i dpi e della sanificazione delle sedi.
Siamo preoccupati dagli effetti che potrebbe avere, anche sulla salute pubblica, la disarticolazione del sistema della promozione sociale, che rappresenta una componente attiva dell’economia e del welfare del nostro paese contribuendo al benessere dei cittadini e delle comunità.
Ogni anno i circoli Arci promuovono la lettura, il teatro, il cinema, le arti visive e la musica dal vivo attraverso decine di migliaia di eventi, spesso gratuiti, che raggiungono oltre un milione di cittadini.
Occorre mettere subito in campo un piano di manutenzione e valorizzazione: provvedimenti e risorse a sostegno dell’associazionismo di promozione sociale e culturale e di tutto il Terzo settore, come si sta facendo per altri soggetti di tipo economico.
Al Governo e al Parlamento chiediamo:
l’ estensione delle misure di supporto alla liquidità e accesso al credito a tutti gli enti del Terzo settore (Ets, compresi quelli non commerciali);
misure capaci di far fronte al pagamento degli affitti per i mesi in cui i circoli sono stati chiusi, anche attraverso l’estensione del credito d’imposta per le locazioni relative alle sedi associative (indipendentemente della categoria catastale dell’immobile);
l’estensione agli Ets del credito d’imposta per le spese di sanificazione dei nostri spazi;
l’estensione della sospensione del versamento dei canoni pubblici per le sedi associative;
la sospensione del pagamento di utenze e versamenti Irap;
il rafforzamento, con un notevole aumento della dotazione economica, del Fondo emergenze spettacolo, cinema e audiovisivo (di cui all’art.89 del Decreto Cura Italia) e la sua accessibilità anche per le Aps che svolgono attività culturali;
la proroga delle scadenze e degli adempimenti legati all’attuazione della Riforma del Terzo settore ( termine di trasformazione sms previsti all’articolo 43 del Codice del Terzo settore, la nomina dell’organo di controllo)
un supporto straordinario alle Reti associative nazionali (di cui all’articolo 41, comma 2 del Codice del Terzo settore) impegnate in progetti e attività di utilità sociale per fronteggiare le emergenze sociali ed educative determinate dall’epidemia.
Alle istituzioni e alle forze politiche chiediamo un confronto trasparente e leale sulle nostre proposte.
La crisi non è solo sanitaria – conclude Ferretti -, ma sociale ed economica, e noi vogliamo rinunciare a fare la nostra parte per uscirne, convinti come siamo che l’associazionismo e l’economia sociale sono una componente importante per la tenuta sociale, politica ed economica del nostro Paese”.