GROSSETO – Il giorno prima dell’avvio della “fase 2” c’è frenesia, in Italia come in giro per il mondo. Manco gli eventi si fossero dati appuntamento per accelerare ancora l’entropia della nostra piccola terra.
Il clima è quello del «rompete le righe», e gl’Italiani – conclusa la fase critica del confinamento drastico in casa – rischiano di riprecipitare subito nei vecchi vizi. Tutti scienziati, ognuno dei quali è in grado di decidere per sé, ma anche per tutti gli altri. L’agognato ritorno al business as usual è finalmente a portata di mano: anarchia, saccenza, piccole furbizie e cura del proprio interesse ignorando il destino comune. Ognuno, come si vede, pronto a rivendicare il proprio insindacabile punto di vista, “particulare”. Andando nel sottocoda al leviatano governativo del Dpcm – decreto della presidenza del consiglio dei ministri.
Sarà perché conoscono bene il genius loci nazionale, che al ministero dell’Interno – quello dei “Servizi” – hanno deciso di mettere le mani avanti. Sottolineando che è il momento del senso di responsabilità individuale, ovverosia del buon senso. Perché due mesi da incorniciare quanto a inaspettati comportamenti virtuosi, ci vuole poco a sputtanarli. Col bel risultato di ridare il là alla pandemia, mettere in fila altri morti e dare il colpo di grazia a un’economia che già prima era in terapia sub-intensiva.
Chi vivrà vedrà. Direbbero gli scettici. L’importante è che non l’abbiano vinta i cinici, ché da che mondo è mondo a rimetterci è la maggioranza. Col vantaggio di pochi.
E mentre gl’Italiani si accingono ad approcciare la nuova normalità anomala, in Russia quel brav’uomo di Vlady Putin fa sapere che aver sottovalutato i segnali d’allarme dei mesi scorsi, solo nella giornata di ieri ha portato 10.000 contagi. Ora anche lì compreranno il pallottoliere per contare le bare. Tanto si sa già che i conti saranno truccati. Per quanto la notizia qualche cautela dovrebbe suggerirla ai cavalieri nostrani delle riaperture a oltranza.
Poi ci sarebbe Boris Jhonson che ha pensato bene di raccontare al tabloid “Sun on Sunday” i piani dei medici per comunicare alla nazione, nel caso in cui fosse crepato…..Inutile infierire su uno che si prende per il culo da sé.
Come sempre il meglio fico del bigoncio è quella caricatura vivente di Donald Trump, detto “zazzera assassina”. Ad oggi con la sua folle gestione della pandemia ha già generato quasi 70.000 morti, e troppi altri ne hanno da venire. Per cui terrorizzato dalla legnata elettorale che s’appresta nel prossimo novembre – che del resto di nient’altro gli frega – non ha saputo fare di meglio che proclamare via segretario di Stato, Mike Pompeo, che è sicuro: il coronavirus viene dal famigerato laboratorio cinese di Wuhan. Buttandola in caciara per sobillare l’orgoglio nazionale yankee contro i perfidi cinesi. E facendo pisciare addosso dalla commozione tutti i no-vax mondiali, che oramai s’erano visti chiusi nell’angolo.
Magari, nella più improbabile e azzardata delle ipotesi, questa cosa potrebbe essere anche vera. Peccato che Trump ha abbia la credibilità politica e umana di un supereroe del Wrestling: più che “Uomo tigre”, però, “Uomo zazzera”. E che uno degl’inconvenienti più spiacevoli della politica lasciata in mano ai buffoni, è quello che le cose vere spariscono dalla scena, e le minchiate diventano verosimili. Per cui, alla fine, alla beffa si aggiunge sempre il danno. Inevitabilmente.