MASSA MARITTIMA – Sigmund Freud diceva che “una rivalità non è necessariamente una ostilità” e questo concetto, riferito ad una delle gare di tiro al bersaglio più antiche e prestigiose della Toscana e non solo, potrebbe calzare a pennello.
Sto parlando del Balestro del Girifalco di Massa Marittima, ed oggi ho il piacere di intervistare il professor Angelo Soldatini, rettore della Società dei Terzieri massetani che ringrazio per essersi reso disponibile a rispondere alle mie domande. E in tempi di Coronavirus la nostra chiacchierata si svolge per telefono.
Buongiorno Angelo e complimenti per la sua elezione. Il Balestro del Girifalco è una rievocazione storica famosissima, ma forse non tutti si ricordano come è nata. Vorrebbe raccontarcelo brevemente lei?
E’ nata dalla passione che alcune persone avevano per la storia, l’arte e le tradizioni di Massa Marittima. Alla fine degli anni Cinquanta c’era un gran fermento culturale e la voglia di una rinascita sociale e civile. Studiando e ricercando nell’archivio storico trovarono dei documenti da cui risultò che nel medioevo a Massa venivano avviati all’esercizio della balestra i giovani sia per distrarli dalla caccia che per addestrarli all’uso delle armi. Per fare questo si tenevano dei tornei ogni tre mesi. In particolare la delibera del Consiglio generale del Comune del 28 luglio 1476 dette la motivazione storica per riprendere questa tradizione dei tornei.
Il 20 luglio 1960 fu costituita la Società dei Terzieri Massetani e il 12 giugno dello stesso anno si tenne il primo Balestro del Girifalco. La citazione di Freud calza a pennello per la nostra Società che per motto ha “Trium Discordantium Concordia” che significa “Tre discordanti in concordia”, una intuizione indovinata che i Padri fondatori coniarono e che ha permesso quest’anno di tagliare il traguardo dei Sessant’anni di vita.
Ci può spiegare che cosa sono i Terzieri?
L’antica città ha il proprio territorio diviso in tre parti: il Borgo, la parte bassa della città il luogo del commercio, delle botteghe degli artigiani, frequentato dai mercanti, la sede delle arti e dei mestieri organici alla vita della città; la Città vecchia, il Terziere di mezzo, è il centro politico e amministrativo dove risiede la nobiltà della città. La piazza è cuore e modello della città medievale dove si affacciano tutti i palazzi del potere; la Città nuova, che è nella parte alta si sviluppò grazie allo sfruttamento delle miniere e alla lavorazione dei metalli, infatti è considerato il Terziere dei minatori e argentieri.
Questa divisione è tutt’oggi rimasta e dà i nomi ai Terzieri di Borgo, Cittanuova, Cittavechia.
Il Terziere è il centro dove ruota tutta la vita associativa di ogni rione. Il Terziere non è solo Balestro del Girifalco, ma vita associativa, segno di appartenenza, passione civica. Il Terziere è il luogo dell’incontro e della condivisione dove si vive tutto l’anno. Il Terziere organizza feste, incontri, eventi culturali e attività ricreative. Il Terziere ha la propria storia e le proprie tradizioni. E’ l’incontro intergenerazionale del suo territorio.
Si può raccontare in due parole il Balestro del Girifalco? Al Terziere vincitore va il prezioso “palio o drappellone”: ci vuol chiarire meglio di che cosa si tratta?
Il Balestro ha due immagini: quella folkloristica e scenografica, quello che vede lo spettatore esterno: un affascinante spettacolo immersi in una cornice architettonica medievale intatta e di storia, una città vestita dai colori e suoni del suo medioevo, giochi bellissimi di bandiere al vento e una gara di tiro con la balestra.
C’è poi il Balestro che solo i massetani possono vedere e sentire: un insieme di passioni, emozioni, tradizioni, di cuore. E’ l’incontro del passato con il presente. E’ la gara, l’emozione, la voglia di vincere.
Al vincitore una freccia d’oro, al Terziere il palio dipinto, un’opera pittorica realizzata anche da artisti di fama internazionale che ad ogni edizione illustrano la dedicazione del tema del balestro. Inoltre il Balestro è arricchito dai giochi della Compagnia sbandieratori e musici.
E parlando di rievocazioni storiche, perchè la città di Massa Marittima ogni anno è invitata ad assistere al Palio di Siena?
Massa Marittima non è invitata ad assistere al palio, ma insieme a Montalcino sono le uniche due città che sfilano in costume nel corteo del palio di Siena. Siena ha riservato a Massa un vessillifero e tre balestrieri, costumi fatti e conservati a Siena. E’ un grande onore che vuol sottolineare i legami storici che fin dal 1200, con alterne vicende, ci sono stati fra Massa e Siena.
Due date accompagnano ogni anno questa manifestazione: la quarta domenica di maggio e il 14 di agosto: qual è il motivo?
Il balestro di maggio per norma statutaria è dedicato a San Bernardino salito agli onori degli altari come “da Siena”, ma san Bernardino è nato a Massa Marittima e qui ha vissuto fino a sette anni. Il Santo è morto il 20 maggio, per questo il Balestro viene disputato a maggio.
Il Balestro di agosto invece è dedicato al Libero Comune Massano che riscattò la propria libertà il 31 luglio 1225 pertanto il 14 agosto si ricorda questo avvenimento storico.
Nel Febbraio 2019 lei è stato eletto Rettore succedendo a Ivo Martellini. Ad oggi, Angelo, potrebbe farci un breve report sull’attività svolta dal suo rettorato?
Abbiamo confermato nel nostro primo anno tutti gli impegni agonistici interni e nazionali. Con grande soddisfazione abbiamo vinto sei gare su sette con le altre città.
Abbiamo vinto per il quarto anno consecutivo il titolo di Campioni d’Italia Fib a squadre il 6 luglio a San Marino. Un risultato eccellente che conferma l’alto livello di preparazione tecnica raggiunto dai nostri balestrieri di cui tutti andiamo fieri. L’attività agonistica rimane il primo obbiettivo della Società. Il secondo riguarda la concordia e pacificazione fra i Terzieri per la buona conduzione della Società. Quattro regole ho proposto sulle quali ho chiesto l’impegno di tutti: condivisione, corresponsabilità, rispetto delle regole, anteporre a tutto il bene della Società e di Massa Marittima.
Abbiamo impiegato molte energie per rasserenare e ridare ordine alla Società. Ci siamo poi trovati in un periodo di necessarie riforme, aggiornamento di regolamenti e assetti organizzativi: la revisione dello statuto che aveva bisogno di adeguamenti, la stesura di un regolamento per il balestruzzo, l’entrata in vigore del nuovo statuto della Fib con l’elezione del presidente della Fib, la revisione dei regolamenti di tiro sia nostro che della Fib.
Questi sono tutti aspetti tecnici, organici alla vita della Società che non fanno notizia ma sono di fondamentale importanza. Grazie all’impegno di tutti abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi prefissati.
Lei fa riferimento spesso alla Fib. Ci spiega che cosa è?
E’ la Federazione italiana balestrieri. Fondata il 13 febbraio 1966. Era formata dalle città di San Marino, Lucca, Massa Marittima, Gubbio e Sansepolcro. Ogni anno a rotazione ci incontriamo nelle città per disputare il Torneo Nazionale e proclamare il Re della Balestra e il Campione a squadre. Oggi la Federazione è formata dalla Repubblica di San Marino, Lucca e Massa Marittima. Il 4 luglio si doveva disputare a Lucca il Torneo Nazionale, ma è stato rimandato sempre a causa del coronavirus. Al di fuori della Federazione esistono numerose altre città e Compagnie di balestrieri che pur non facendo parte della Federazione hanno ottimi rapporti con noi e con le quali ci incontriamo frequentemente per gareggiare insieme.
Questo 2020 però non sarà un anno come tutti gli altri. Per quanto riguarda il Balestro in che modo, la Società dei Terzieri Massetani cerca di far fronte all’emergenza Coronavirus?
Sono due mesi che abbiamo dovuto sospendere tutta l’attività agonistica e preparatoria. Al momento il Balestro di maggio è stato sospeso. Non sappiamo quando e se sarà disputato. Se non si potesse fare sarebbe la prima volta nei sessant’anni di storia della Società che un balestro sarebbe annullato. Alcune volte è stato rimandato di una settimana o per elezioni, o per lutto, o pioggia ma mai annullato. Noi speriamo che non accada neppure quest’anno e si possa recuperare in settembre o ottobre. Restiamo in attesa degli eventi e delle decisioni del Governo e della Regione.
Lei sarà in carica fino al 2021, sarebbe possibile conoscere quali sono le prospettive ed i progetti fino a quella data? E pensa che l’emergenza Coronavirus inciderà in qualche maniera nel portarli a compimento?
L’attuale emergenza sanitaria ci ha già penalizzato molto. E’ in forse anche il Balestro di agosto e tutte le altre tradizionali gare. Avevamo in programma altri progetti ma al momento è tutto sospeso. Al di là dell’attività agonistica è necessario continuare questo lavoro di aggiornamento statutario e dei regolamenti. Ma anche la vita associativa è molto faticosa con le limitazioni imposte dalla crisi sanitaria. Non potendoci incontrare in riunioni e non potendo convocare i vari consigli direttivi tutto diventa difficile. Abbiamo dovuto imparare ad usare skype, video chiamate, email e gruppi whatsapp per non bloccare tutto il lavoro in questi mesi.
Quattro sono i grandi temi aperti che richiederanno grande impegno: il primo riguarda l’allargamento della Federazione ad altre città e consolidare rapporti di amicizia con tutte le realtà dei balestrieri in Italia. Il secondo riguarda il potenziamento e rinnovamento dell’organico della Compagnia sbandieratori e musici. Il terzo è relativo al potenziamento ed arricchimento del corteo storico e delle manifestazioni e il quarto riguarda ancora aspetti organizzativi e normativi.
“La cultura non si può ottenere se non si conosce la propria storia” ha detto Dario Fo. Come si sente di commentare lei questa affermazione?
E’ verissimo. La conoscenza della nostra storia locale e nazionale è alla base di ogni costruzione futura. Dobbiamo avere la consapevolezza che abbiamo ricevuto un testimone da chi ci ha preceduto, accettarlo significa assumersi la responsabilità di percorrere il nostro tratto di strada per scrivere le nostre pagine della storia della nostra cittadina prima e della nazione poi. Abbiamo il dovere di conoscere le nostre radici su cui poggiano le nostre tradizioni per tramandarle fedelmente affinché il tempo faccia fiorire di nuovi germogli la vita, l’arte e la cultura della nostra città. E’ quello che cerchiamo di fare con la passione, l’amore e il rispetto per la nostra Terra e per i nostri Padri fondatori.
“Colui che parla chiaro ha chiaro l’animo suo” San Bernardino da Siena.