GROSSETO – «Forse quel che manca è la consapevolezza. Forse non si è ancora capito con cosa abbiamo a che fare. Sta di fatto che le uscite del primo cittadino di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, messo lì da un sistema democratico a suffragio universale, ci inducono a rompere il silenzio che ci eravamo imposti per non alimentare polemiche in un periodo di gravissima difficoltà, di cui ancora molti cittadini non hanno contezza».
A scriverlo, in una nota, il Movimento 5 stelle di Grosseto.
«Per questo – continuano – interveniamo condannando fortemente l’atteggiamento ai confini tra l’irriverenza e l’oltraggio di un sindaco che sta inscenando il ruolo di “cazzaro verde” conforme all’originale, ma in versione locale.
“Cazzaro verde” è colui che dice tutto e il contrario di tutto, tentando di inseguire il consenso. “Cazzaro verde” è colui che mente, sapendo o non sapendo di mentire (dubbio non da tutti). “Cazzaro verde” è colui che utilizza le istituzioni come fossero un blog personale, oppure che fa
leva su un vuoto del Paese essendo egli stesso un vuoto: la scomparsa del senso istituzionale.
Ed è su quest’ultimo concetto che vogliamo soffermarci, più che raccontare le spumeggianti attività mediatiche sia del sindaco delle soap opera, che del suo idolo nazionale. Sì, perché la mancanza del senso delle istituzioni in un momento come questo, ovvero di straordinaria emergenza sanitaria, è a nostro avviso estremamente pericoloso, tanto quanto gettare benzina sul fuoco.
Il senso delle istituzioni farebbe emergere il vero ruolo del Governo, ossia uno strumento a disposizione di tutto il Paese, specialmente in un momento drammatico come questo. Non soltanto quindi espressione della maggioranza parlamentare che lo sostiene. Infatti la parola “Governo” sottintende una consistente fetta dello Stato italiano. Governo non vuol dire presidente del Consiglio, non vuol dire Giuseppe Conte. Governo è organizzazione istituzionale di un Paese, è il mondo accademico, è il mondo scientifico, è l’apparato tecnocratico,
quello amministrativo.
Dietro al Governo ci sono istituzioni, enti, associazioni che formano la nostra società e che il lavoro più o meno sinergico, più o meno concertato e coordinato (qui dovremmo aprire un altro capitolo sulla riforma del titolo V della Costituzione e più in generale sulle riforme necessarie per questo paese) consente di prendere le decisioni, quindi di governare.
E mai come in questo periodo prendere decisioni significa decidere tra la vita e la morte delle persone. Una scelta drammatica che imporrebbe un clima di solidarietà anche e soprattutto nella politica incapace di indirizzarsi verso un bene collettivo anziché continuare a pensare al proprio consenso. E invece si dà l’impressione di non rendersi conto di quel che stiamo vivendo: una pandemia, un’emergenza sanitaria che colpisce tutto e tutti, ma che impone di far fare un passo indietro all’economia e due passi indietro alla politica, in modo tale da affidarsi completamente alla scienza in tutte le sue declinazioni possibili. Questo ci impone la pandemia e questo sta giustamente facendo il governo Conte, che ha casomai un altro compito altrettanto importante: dare risposte politiche ai cittadini, sostenendoli economicamente, salvaguardando la loro dignità, il loro posto di lavoro, le loro imprese.
Ma noi viviamo in un Paese in cui di fronte ad un problema di virologia invochiamo l’intervento di Mario Draghi, noto virologo di fama internazionale.
Chissà se dopo questo nostro intervento – concludono dal M5s -, il sindaco di Grosseto si presenterà con indosso un bel camice bianco, provette e microscopio ed una bella foto del dottor Mario Draghi appesa al muro?».