GROSSETO – “La Regione Toscana rinunci all’Ecotassa rifiuti 2020”.
Lo chiede il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna insieme agli assessori al Bilancio e ai Tributi, Giacomo Cerboni, e all’Ambiente, Simona Petrucci.
Oltre alla rinuncia al tributo speciale per i conferimenti in discarica (per l’anno in corso), gli amministratori chiedono anche la restituzione di quanto versato nelle annualità precedenti.
“Stante la situazione emergenziale, sarebbe auspicabile che la Regione prendesse in serio esame l’opportunità di non applicare per l’anno in corso la riscossione della cosiddetta ‘Ecotassa rifiuti’ e valutasse seriamente la possibilità di restituire al territorio quanto versato nelle pregresse annualità. Il mancato pagamento del tributo dovuto per i conferimenti in discarica e la restituzione di tutto o di gran parte di quanto incassato potrebbero rappresentare strumenti tangibili di promozione economica – scrivono gli amministratori, in una lettera, al governatore Enrico Rossi -. L”investimento’ rappresenterebbe un chiaro segnale di vicinanza e solidarietà delle istituzioni, ma anche un’importante iniezione di fiducia. L’auspicato intervento sull’Ecotassa avrebbe così una doppia valenza: una forma di ristoro sulla tassa sui rifiuti ed una risorsa che di fatto consentirebbe ai singoli Comuni di non aggravare di ulteriori costi la collettività”.
Nella lettera si rappresenta la grave difficoltà in cui anche il territorio di Grosseto e tutti gli operatori economici si trovano a vivere a causa dell’emergenza legata al virus Covid-19.
“Nel nostro territorio – continuano -, privo di attività industriali, il prodotto interno lordo si fonda sul turismo, settore che ha avuto già modo di risentire i primi effetti negativi della pandemia. Per la stagione estiva le previsioni, chiaramente, si confermano tutte in negativo. Molti operatori economici stagionali, quali stabilimenti balneari, campeggi ed attività di ricezione turistica, hanno espresso l’intenzione di non voler aprire le proprie attività a causa della totale assenza di domanda. Tale condizione ha generato, pertanto, mancati investimenti ed assunzioni. La crisi, ovviamente, non ha risparmiato neppure le attività commerciali ed artigianali della zona. Anche in questo caso si stima che diversi negozi e botteghe, già duramente colpiti dalla crisi, aggravata anche dallo scarso afflusso di clientela nel centro storico, nel momento di riapertura terranno abbassate le loro serrande. In siffatto contesto, il tessuto sociale della città e la sua economia hanno più che mai bisogno di attenzioni ed azioni concrete che preservino e tutelino ciò che è presente, che, seppur modesto, rappresenta il motore economico”.
“A fronte delle certe minori entrate – proseguono Vivarelli Colonna, Cerboni e Petrucci -, vanno registrate per di più spese non preventivate né preventivabili. L’igienizzazione delle strade e le raccolte domiciliari dei rifiuti solidi urbani dei soggetti in quarantena rappresentano un esempio concreto e tangibile di costi aggiuntivi non ipotizzabili a carico della collettività per l’attivazione di servizi non rientranti tra quelli base”.
“La speranza – concludono – è che il governatore Rossi accolga le nostre richieste in uno spirito collaborativo a favore della collettività tutta. Si ricorda infatti che i Comuni da soli non hanno le risorse e che la Tari è un tributo che non lascia nemmeno un centesimo nelle casse comunali, perché pur essendo riscossa dai Comuni viene riversata interamente per i servizi”.