GROSSETO – Luci accese ieri sera per l’ultima volta, poi la chiusura “totale” e simbolica con la consegna delle chiavi dei loro locali nelle mani del sindaco. Anche a Grosseto i ristoratori hanno aderito alla manifestazione di protesta nazionale “Risorgiamo Italia” che ha visto migliaia di imprenditori di tutto il Paese chiedere soluzioni e risposte per il settore della ristorazione e non solo.
A Grosseto sono stati 100 i ristoratori che hanno manifestato pacificamente, ma in modo forte per chiedere delle misure che tengano in considerazione il presente e il futuro delle loro attività. Per questo anche loro hanno consegnato le chiavi di bar e ristoranti al sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna.
In piazza Dante, di fronte al municipio, per lasciare il “sacchetto” delle chiavi al primo cittadino, c’era una delegazione dei ristoratori formata da Leonardo Peccianti (La Locanda de’ Medici), Moreno Cardone (L?uva e il malto) e Giovanni Angeletti (Artidoro).
«Noi vogliamo riaprire – hanno spiegato i ristoratori – ma vorremmo riaprire in sicurezza, non siamo degli scellerati, vogliamo riaprire con regole chiare a cui noi ci adegueremo. Se questo non è possibile, siamo disposti anche a rimanere chiusi, ma lo Stato ci deve aiutare». In gioco non c’è soltanto il destino degli imprenditori e dei locali, ma anche quello di tanti lavoratori del settore. Decine di dipendenti che per il momento, come hanno confermato anche stamattina i ristoratori, sono in cassa integrazione, ma non hanno ancora percepito niente. «Abbiamo anticipato noi il loro stipendio perché ancora a loro non è arrivato niente». Insufficiente poi è stata considerata anche l’iniziativa messa in campo dal Governo per i 600 euro, cifra ritenuta troppo esigua a fronte delle spese che comunque devono essere sostenute, come affitto e bollette, senza poter contare sui ricavi. «Per il momento sia la consegna a domicilio che il servizio d’asporto – hanno detto – non possono rappresentare un’entrata sui cui fare affidamento».
«Da settimane – ha detto il sindaco Vivarelli Colonna – mi faccio portavoce delle esigenze delle categorie della mia città e – fin dagli esordi – ho sostenuto che l’emergenza non era solo sanitaria, ma anche economica. Oggi mi sono state consegnate dai ristoratori le chiavi dei loro locali, tantissime e pesantissime. Come decisivo è il peso che queste attività hanno nel funzionamento dell’economia locale, nel garantire occupazione, nel favorire il turismo. Ho già scritto una lettera al Governatore della Regione Toscana per contestare e rivedere il distanziamento di 1 metro e 80, che rischia di essere il colpo finale per le nostre aziende, sia per i ristoratori e sia per i commercianti. Continuerò a battermi per il tessuto economico del territorio: i ristoratori – come gli altri imprenditori – sono pronti a garantire tutta la sicurezza necessaria, ma dal Governo hanno bisogno di certezze, di finanziamenti e di liquidità».
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