MAGLIANO IN TOSCANA – Anche a Magliano in Toscana, come sta avvenendo in tutta Italia, si è fatta sentire la protesta dei titolari di bar, ristoranti, pizzerie e negozi chiusi a causa della pandemia del Coronavirus.
Ieri sera le luci dei locali si sono accese per l’ultima volta, per spegnersi poi in un clima di tristezza e preoccupazione. Stamattina alle ore 10, davanti al municipio, la chiusura “totale” e simbolica delle attività maglianesi ha avuto il suo epilogo con la consegna, da parte di ventuno esercenti maglianesi, delle chiavi dei loro locali nelle mani del sindaco Diego Cinelli, accompagnato dall’assessore al turismo Camilla Mancineschi.
“Da un giorno all’altro, costretti a chiudere le nostre attività – dice Simona Rossi, portavoce del gruppo Corona di Magliano in Toscana -, siamo stati abbandonati a noi stessi senza pensare alle conseguenze che avrebbe portato la chiusura forzata del nostro settore. Oltre all’incertezza per il nostro futuro, pensiamo anche a quello dei nostri dipendenti. Abbiamo assolutamente bisogno di riaprire e lavorare, naturalmente con le dovute precauzioni. È una vergogna che lo Stato, oltre a privarci del diritto di lavoro, ci abbia condannato al fallimento delle nostre aziende”.
A preoccupare il settore è anche il posticipo al primo di giugno della data di riapertura delle attività.
“Pensavamo che potesse avvenire prima – prosegue Simona Rossi -. Ogni giorno che passa è sempre più difficile rialzarci. Abbiamo chiesto al sindaco di venirci incontro, anche con misure straordinarie, a cominciare dalla sanificazione dei locali fino ad arrivare a limitare le sagre paesane che per noi rappresentando una dispersione di clienti. Quest’anno, più che mai, con il turismo quasi bloccato abbiamo bisogno di lavorare”.
“Nella speranza che questo gesto riesca in qualche modo a dare l’esatto segnale di quanto il settore sia stato messo in ginocchio dal lockdown – conclude -, a nome di tutto il gruppo Corona di Magliano, voglio ringraziare i gruppi di Follonica e Grosseto che ci hanno supportato, aiutandoci ad organizzarci e dare voce ai nostri diritti”.