GROSSETO – “Le decisioni del Governo, oltre a sembrarci insufficienti, vanno ad avvantaggiare alcuni settori, ma sicuramente ne penalizzano altri che sono portanti per l’economia locale, come dimostrano le proteste che si stanno levando anche dal territorio maremmano”. Lo afferma il segretario provinciale della Lega Andrea Ulmi.
“Dal Governo – prosegue – ci attendavamo di più per consentire una ripartenza dell’economia, invece, se si permette una ripartenza a strati di alcuni settori, con continue correzioni che denotano poca chiarezza nelle decisioni, ne registriamo altri che escono decisamente penalizzati”.
“Purtroppo – afferma Ulmi- molti dei settori del manifatturiero che potranno ripartire non coinvolgono la nostra provincia, che sarà invece penalizzata dalla riapertura dei bar e dei ristoranti, a partire dal 1° giugno, in un momento in cui la nostra stagione turistica dovrebbe essere già partita e pronta ad entrare nel vivo. Penso anche a settori dell’artigianato, come i parrucchieri e gli estetisti, che saranno chiusi ancora per oltre un mese o a quei settori che, ancora, cosa ancora peggiore, non hanno certezze”.
“Ma c’è anche l’agroalimentare. che proprio da un mese di ulteriore chiusura di ristoranti e bar può uscire penalizzato. Il settore lattiero-caseario – va avanti Ulmi – è quello che sta avvertendo maggiori danni derivanti dall’emergenza sanitaria e dalle chiusure, ma non è il solo, penso anche a quello degli agriturismi che sono un’attività connessa importante per molti imprenditori agricoli. Un disagio che andrà ad allungarsi con il prolungarsi delle restrizioni”.
“In questo momento sono spesso i sindaci a dover fare i conti con le problematiche delle aziende per studiare delle strategie di ripartenza. Leggo da più parti – afferma il segretario – che sono soprattutto i comuni, quegli stessi lasciati dal Governo senza risposte e, da marzo, senza soldi, ma che hanno dimostrato un grande senso di responsabilità nei confronti delle comunità che amministrano, a mettersi ai tavoli con gli operatori economici del territorio, così come sta avvenendo a Grosseto con il Nucleo Fenice, che sta riscuotendo un bel successo di adesioni. Tavoli che nascono dal grido di allarme che proviene ormai quotidianamente attraverso le associazioni di categorie, e che, forse, per un miglior coordinamento tra pubblico e privato, avrebbe dovuto trovare nella Camera di Commercio, che raggruppa e rappresenta le imprese delle province di Grosseto e di Livorno, tutelandone gli interessi collettivi, il principale protagonista”.
“Vorrei chiedere all’ente camerale come si sta muovendo e se ci sono risorse a disposizione delle imprese in difficoltà attivate proprio attraverso la Camera di Commercio – conclude Ulmi -. Una domanda non retorica o polemica, ma credo che in questa fase le imprese apprezzerebbero l’intervento di un’istituzione che, anche nel recente passato, ha cercato di coordinare l’azione territoriale tra pubblico e privato, mi riferisco alla manifestazione sul Corridoio Tirrenico, alla quale anche noi della Lega abbiamo aderito, oppure al progetto ‘Grosseto, si va avanti’, sostenuto nei vari consigli comunali anche dai nostri consiglieri”.