FOLLONICA – “La causa degli aumenti sulla Tari è tutta colpa dell’ex sindaco Andrea Benini, del suo ex assessore Mirjam Giorgeri e del suo partito (il Pd), che per la zona sud della Toscana preparò un sistema di gestione capace di produrre, nel nostro territorio, una bolletta tra le più salate d’Italia”.
A scriverlo, in una nota, la coalizione di liste che appoggia il candidato di centrodestra Massimo Di Giacinto (Lega – Lista Civica Massimo Di Giacinto – Fratelli d’Italia – Forza Italia – In Movimento per Follonica – Follonica nel Cuore).
“Ma senza andare tanto indietro nei disastri del passato e del combinato disposto Ato-Sei Toscana, che rappresenta un sistema bloccato vanificando ogni sforzo di efficientamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, basta tornare al 2019 – proseguono -: fu l’allora consigliere Agostino Ottaviani, nel corso di un consiglio comunale, a ricordare che, mentre l’ex assessore Giorgeri era impegnata all’inaugurazione della casetta dell’acqua, la stessa aveva disertato per l’ennesima volta l’assemblea dell’Ato in cui si deliberò il cambiamento, in un’unica soluzione, del meccanismo tariffario che ha portato a questi ultimi aumenti.
Derubricare come un semplice ‘errore’ questo aumento è un falso: il comune di Follonica, amministrato da Benini, doveva opporsi a questo repentino cambiamento e non lo fece. Punto. Così come si è rivelato oneroso l’allargamento disorganizzato della raccolta differenziata in città che alla fine altro non ha prodotto che un ritorno al passato: cosa non sono le campane del vetro e i cassonetti intelligenti se non il ritorno ad un sistema di raccolta di molti anni fa?
Che il completamento del servizio della raccolta differenziata in città avrebbe procurato un complessivo aumento per il nostro comune di circa 700mila euro non c’era funzionario comunale che non l’avesse detto. Ma la strada scelta da Benini fu sempre la stessa: fare propaganda sbandierando percentuali di raccolta differenziata in aumento e occuparsi dopo, caso mai dopo essere stati rieletti, degli aumenti che tali scelte avrebbero procurato. Questo perché il sistema da tempo non tiene: allargare la raccolta comporta investimenti in macchinari e mezzi che finiscono in bolletta e, il rifiuto differenziato, ha un valore di ricollocazione nel mercato pari a zero. E non continuiamo con la litania che almeno così è stata neutralizzata l’ecotassa perché comunque il saldo è negativo.
Il sistema va rifondato all’origine: alla raccolta differenziata va dato uno sbocco produttivo creando imprese nel territorio capaci di trasformare il materiale recuperato, altrimenti i costi di trasporto “mangiano” tutto lo sforzo fatto. Ora a Benini non resta che giocare a nascondino chiedendo al commissario di farsi carico dei disastri che lui ed il suo partito hanno prodotto.
E non è finita qui – concludono -, perché con la prossima applicazione della tariffa puntuale altri salassi finiranno in bolletta”.