GROSSETO – Inizia oggi questo nuovo appuntamento in collaborazione con la Confartigianato. Si chiama Punto Artigiani. Oggi vi proponiamo il punto di vista dell’associazione di categoria in seguito alle decisioni prese con il nuovo Dpcm. Ecco il punto di vista del presidente di Confartigianato Giovanni Lamioni.
La scelta del governo di riaprire i servizi del benessere e della ristorazione solo dal 2 giugno è totalmente incomprensibile e porterà alla chiusura di tante impresa. Siamo entrati nella fase 2 con gli stessi irrisolti problemi della fase 1. Le imprese hanno bisogno di ripartire, tutte e subito, nel rispetto della salute dei lavoratori attraverso rigidi protocolli di sicurezza, ma devono riaprire.
Hanno bisogno di liquidità vera ed immediata non come quella presunta del decreto liquidità che sottopone alla valutazione del merito creditizio delle banche la decisione se accettare o meno le richieste di finanziamento con tempi lunghi ed esiti incerti. Hanno bisogno che la linea di finanziamento sino a 25.000 euro venga innalzato almeno a 50.000 senza il vincolo della finanziabilità solo per il 25% del fatturato dell’anno precedente.
Hanno bisogno della cancellazione delle imposte di marzo ed aprile o, al limite, dello spostamento a fine anno con il pagamento realizzato nel 2021, ma di sicuro non semplicemente dello spostamento a giugno. Hanno bisogno di contributi a fondo perduto, ma per tutte le aziende, per le 5 milioni di aziende che creano i 1.700 miliardi del nostro Pil e non solo per le aziende con meno di 10 dipendenti come annunciato dal presidente del consiglio ed hanno bisogno di un sostegno reale per l’imprenditore che ha da mesi l’azienda chiusa e che non può certo essere la “mancetta ” di 600 euro.
Ma anche i livelli locali devono fare la loro parte se non vogliamo ripartire lasciando sul campo più aziende di quante non saranno in grado di rialzare la saracinesca e devono farlo smobilizzando immediate risorse per i lavori pubblici attraverso procedure di affidamento rapide e snelle. Non c’è più tempo da perdere, il nostro paese perderà nel 2020 l’8% del Pil e chiuderà con un deficit del 10,4% e solo con la schiena dritta delle imprese potrà uscirne, ma se vogliamo che questo avvenga occorre riprendere a lavorare tutti e subito, liquidità e sostegno economico reale. Il resto sono chiacchiere.