GROSSETO – “Nelle ultima settimane circolano voci, sia all’estero che in Italia, che propongono di vietare le uscite degli over 65. Ma chi sono mai gli over 65? Non sono forse cittadini, e come tutti, tutelati dall’articolo 3 della Costituzione? Tutto ciò merita una attenta riflessione”.
A scriverlo, in una lettera, Stefania Amarugi, Sabina Rombaldi e Grazia Bambagioni.
“Innanzi tutto occorre mettersi d’accordo sulla loro funzione sociale – proseguono -: sono o non sono loro che tengono in piedi il welfare dell’Italia? E non ci riferiamo solo alla questione economica, ma soprattutto a quella sociale. Sono infatti loro che garantiscono spesso il sostentamento dei figli ancora in attesa di occupazione o che quell’occupazione l’avevano e poi l’hanno persa, così come garantiscono anche un tetto sopra la testa; ma, quando quel lavoro per fortuna c’è, sono sempre loro che soccorrono le proprie famiglie occupandosi dei nipoti, andandoli spesso a prendere a scuola, per poi accompagnarli alle varie attività o semplicemente passando con loro i pomeriggi, occupandosi di loro quando sono malati per non lasciarli soli (quindi tra gli aspetti pratici ci chiediamo come si potrebbe conciliare il divieto con queste necessità).
Ci risulta inoltre che la squadra dei tecnici che si occupa della cosiddetta fase 2 ha proposto al governo di lasciare a casa dal lavoro addirittura gli over 60. Ma come, fino a ieri i lavoratori dovevano rimanere a lavoro quasi fino a 70 anni, e oggi si vogliono segregare a casa, adducendo una loro fragilità.
Secondo noi si tratta solo di rendere sicuri i luoghi di lavoro, riducendo anche gli orari, non potendo necessariamente fare a meno di persone che, nel loro campo, hanno acquisito notevole esperienza da tramandare alle future generazioni.
Ma ci preme anche ricordare che gli atteggiamenti sconsiderati sono arrivati soprattutto da coloro che, quando già era iniziato il lockdown, hanno affollato gli spalti degli stadi quando l’irresponsabilità del mondo del calcio ha fatto, ad esempio, giocare l’Atalanta che potrebbe aver causato le morti di Bergamo. E anche alcuni giovani hanno sottovalutato la situazione riempiendo i pub, dispiegando così egoismo, incoscienza ed eventuali contagi.
Ma come? Non si fa altro che dire che in tanti luoghi se ne è andata una generazione che rappresenta la memoria storica, ma anche la saggezza, e poi si pensa che la stessa fascia di età non sia in grado di dimostrare la stessa saggezza nel proteggere se stessi e gli altri? Ma allora si trattava solo di retorica.
E allora, per favore, cerchiamo di non essere ridicoli e lasciamo che una volta di più le persone anziane dimostrino il proprio senso di responsabilità.
La ‘relazione umana’ viene considerata il più importante fra gli antidoti per invecchiare con una mente lucida. Chiudersi nella solitudine della casa può uccidere umanamente. Si parla, infatti, di una generazione che del pensiero, del fare e del muoversi ne aveva fatto un imperativo assoluto.
Quanto affermato non vuol negare la necessità di proteggere coloro che sono affetti da patologie gravi, ma in questo caso si tratta di riformare un sistema sanitario che deve formare rete intorno ai malati ed alle loro famiglie.
Le istituzioni, a loro volta, debbono sostenere un sistema sociale in grado di supportare concretamente le difficoltà di ogni genere dei cittadini tutti” concludono.