MANCIANO – «Da una figura come Luca Pallini, assessore che occupa un ruolo nelle istituzioni, non si può accettare un messaggio che non si esprima in termini di condanna nei confronti di chi ricorda con immagini, simboli o canzoni il periodo fascista» afferma la segreteria del Pci di Grosseto.
«Non è il primo caso che si verifica nel comune di Manciano perché già alcune settimane fa un altro consigliere di maggioranza aveva addirittura condiviso un post riportante un motto di stampo chiaramente fascista sempre sulla rete».
«Un gesto, quello di Pallini, grave in ogni giorno dell’anno ma averlo fatto proprio il 25 aprile, quando si celebra il sacrificio di chi ha combattuto per la libertà di tutti e ci ha liberato dai nazi – fascisti assume un valore dispregiativo inaccettabile per la segreteria del Pci di Grosseto. Non si può offendere la memoria dei partigiani, di quelle donne e quegli uomini che si impegnarono per liberare il paese, quella memoria è il faro che orienta chi crede nella democrazia» prosegue la nota.
«Tutto quello che richiama, vuole assolvere, inneggia al fascismo è apologia, reato, è dividere ancora tra chi ha scelto di stare dalla parte di chi ha massacrato ebrei, civili, militari ed emanato leggi xenofobe, razziste, antidemocratiche e chi ha combattuto per conquistare quella Costituzione nata dopo il 25 aprile che è il giorno della conciliazione, della ragione, della Libertà di tutti».
«Secondo la segreteria del Pci le scuse immediate di Pallini non sono sufficienti e il vice sindaco di Manciano deve apertamente dichiarare, oltre alla leggerezza compiuta, la sua condanna al fascismo, il riconoscimento del 25 aprile e il totale rispetto della Costituzione antifascista. Non è possibile nascondersi dietro ad una falsa riconciliazione quel periodo va raccontato, ricordato, celebrato ma va anche sepolto perché rappresenta il ventennio più oscuro della storia italiana che non deve ripetersi in nome di un superficiale revisionismo e negazionismo che si esprimono anche con i gesti come quello di Pallini».
Oltre alle scuse la segreteria del Pci chiede «una chiara presa di posizione di Pallini contro il fascismo perché il fascismo, come ben definiva Sandro Pertini “non è un opinione ma un crimine” e pertanto reato contro l’umanità. Nel caso che questo non avvenga si assuma le sue responsabilità ed abbia l’accortezza di uscire da un’istituzione che pretende fedeltà alla Costituzione italiana dove non ci sono spazi per riconoscere, in nessuna forma, richiamo ai boia del ventennio fascista».