GROSSETO – “Ho alcune idee su come impostare la ripartenza del settore della ristorazione, ma io non sono del mestiere quindi, prima di tutto, vi chiedo: ditemi voi. Confrontiamoci e suggeriamo noi, insieme, le regole migliori per ripartire al presidente Enrico Rossi”.
Si chiude così, con una proposta, il video pubblicato ieri dal consigliere regionale Leonardo Marras sulla sua pagina facebook in cui commenta il tema delle riaperture di ristoranti e piccoli esercizi.
“Nelle ultime ore ho letto e raccolto molte preoccupazioni di ristoratori e piccoli esercenti spaventati dalle prescrizioni contenute nell’ordinanza di Rossi sulle riaperture e soprattutto dalla famosa misura di 1,80 metri per il distanziamento sociale – spiega Marras –, ma voglio rassicurarli: quelle indicazioni non riguardano loro. Il documento, il decalogo anti-contagio, discusso ed elaborato insieme alle categorie economiche, serviva a rafforzare il messaggio che la Toscana ha inviato al Governo: siamo pronti a riaprire partendo dai settori più rilevanti per il sistema economico regionale, quelli dell’export, e siamo pronti a farlo anche applicando misure di sicurezza più stringenti di quelle in vigore attualmente; quell’ordinanza, dunque, riguarda le attività già aperte e quelle che potrebbero aprire, ovvero le imprese dell’export appena citate. È evidente che la misura di 1,80 metri metterebbe in difficoltà tantissime attività, non solo bar e ristoranti ma anche uffici, supermercati e in generale tutte quelle che prevedono distanze ravvicinate”.
“Ovviamente – prosegue ancora Marras –, non basta questo per stare sereni e capisco bene le ansie di chi si ritrova fermo da settimane e non ha certezze per il futuro della propria attività, ma proprio per questo dobbiamo usare il tempo che abbiamo a disposizione prima della riapertura, la cui data sarà fissata forse nei prossimi giorni dal Governo, per lavorare insieme a delle regole che siano di buon senso e permettano di tutelare la salute di lavoratori e clienti. Lo dobbiamo ad un settore fondamentale, da cui passa gran parte dell’economia della nostra provincia”.