GROSSETO – “Occorre fare chiarezza sul reale fabbisogno occupazionale in agricoltura. Secondo i dati in nostro possesso, infatti, il reale fabbisogno occupazionale non supera in Italia le 40mila unità, per cui proporzionalmente nella nostra provincia si parla di numeri veramente esigui e quindi ben diversi da quelli snoccioli dalle parti datoriali in questi giorni”.
A scriverlo, in una nota, Federico Capponi, coordinatore confederale Uil Grosseto.
“A tal proposito – continua – occorre quindi fare molta chiarezza perché se l’intento di qualcuno è quello di strumentalizzare l’emergenza per spingere all’utilizzo di strumenti di estrema flessibilità quali i voucher in agricoltura, ebbene la risposta delle parti sociali ed in particolare della Uil non può essere che un altolà deciso e perentorio.
Il nostro obiettivo è quello di proseguire sulla strada tracciata recentemente con l’istituzione della Cabina di regia, prima nelle province toscane, e con il potenziamento delle iscrizioni alla rete del lavoro agricolo di qualità, con l’obiettivo di un salario di qualità e del rispetto dei contratti.
Positiva quindi la possibilità di adottare misure straordinarie per regolarizzare i lavoratori stagionali con permesso di soggiorno scaduto che negli ultimi 5 anni sono stati destinatari di almeno un contratto di lavoro, una misura questa che potrebbe riguardare diverse centinaia di persone che gravitano nella nostra provincia.
Sarà quindi importante fare leva sul settore della bilaterità ed attingere a tutte quelle risorse che possono essere reperite per potenziare oltre all’incrocio della domanda e dell’offerta anche tutta la parte strettamente connessa alla sicurezza ed alla formazione, con il coinvolgimento ed il potenziamento degli RLST e dell’informazione.
Come Uil siamo pronti a fare la nostra parte, dando un contributo fattivo alla soluzione dei problemi che stanno interessando il settore agricolo, ma allo stesso tempo invitiamo le istituzioni e le parti datoriali a fare a loro volta la propria parte in una battaglia che rischia di non vedere né vincitori né vinti ma soltanto di lasciare per strada una scia interminabile di vittime dello sfruttamento”.