GROSSETO – Il sindaco di Grosseto ha scritto una lunga lettera al ministro Teresa Bellanova che chiedeva di regolarizzare i braccianti clandestini per salvaguardare la filiera e la produzione agroalimentare. Senza regolarizzazione, sempre nell’ottica del ministro, questa gente non potrebbe uscire per recarsi al lavoro e il settore si bloccherebbe. Oggi il primo cittadino del comune capoluogo, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, ha scritto al ministro per tracciare un’altra possibile via. Di seguito la lettera integrale.
Caro Ministro Bellanova,
nel momento dell’assunzione del Suo incarico, Lei ha giurato davanti al Capo dello Stato e dunque davanti al Popolo Italiano, di esercitare le Sue funzioni nell’interesse esclusivo del Popolo Italiano e fedeltà allo Stesso.
Le sembra che mettere avanti i clandestini, proponendo una sanatoria degli immigrati irregolari, sia nell’interesse del Suo Paese? Non sarebbe forse più nell’interesse del Paese dare lavoro a giovani, studenti, pensionati che non ce la fanno, disoccupati percettori del reddito di cittadinanza, cassaintegrati (che ancora non hanno percepito la cassa integrazione) attraverso la reintroduzione dei Voucher in agricoltura?
Non sarebbe più nell’interesse degli italiani controllare la trasparenza delle importazioni, in modo da non permettere che il nostro latte, ad esempio, sia pagato miseramente, perché subisce la concorrenza del latte di più bassa qualità e meno controllato proveniente dall’estero? Non sarebbe nell’interesse delle imprese italiane, quelle produttrici di macchinari agricoli ad esempio, permettere di lavorare a quello stesso codice Ateco che in Germania è aperto e che, non lavorando fa in modo che i commercianti facciano i loro ordini all’estero?
Un Ministro della Repubblica Italiana deve dare risposte a domande ormai in sospeso da tempo su un settore già martoriato prima della crisi sanitaria.
Uno Stato che chiude per Decreto deve analogamente compensare le perdite del comparto produttivo. Ad oggi solo promesse di reintegri che, anche a livello di solo miraggio, risultano totalmente insufficienti a compensare il gravissimo danno subito dal tessuto produttivo in seguito al lock-down.
Che fine ha fatto, per il florivivaismo, l’attivazione del fondo nazionale per l’indennizzo della produzione lorda vendibile dei prodotti andati a male? Che fine hanno fatto la richiesta di anticipare il fermo biologico per la pesca e gli indennizzi per i pescatori? Per i settori vitivinicolo e lattiero-caseario, chi pensa al problema dell’invenduto, che trascinerà giù il prezzo della materia prima?
Gli anticipi PAC poi sono di fondamentale importanza per dare liquidità alle imprese, sospendendo i controlli AGEA e soprattutto lo sono i tempi, perché, se le imprese agricole dovranno passare attraverso il farraginoso meccanismo dei DL Cura Italia e DL Liquidità, se e quando, arriverà qualche risorsa, sarà ormai troppo tardi. Bisogna agire subito, su più fronti, perché il settore dell’Agricoltura, come Lei dovrebbe ben sapere, già in grande difficoltà prima rischia ora di subire un colpo mortale.
Cortesi saluti
Il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna