GROSSETO – Nel primo pomeriggio la parrocchia del Cottolengo ha ricevuto la “visita” dei ladri.
Il fatto è accaduto poco dopo l’ora di pranzo.
Ignoti, che però probabilmente conoscono le abitudini dei tre sacerdoti della Parrocchia di via Scansanese, hanno approfittato di una finestra socchiusa, che dà sul retro della canonica (verso piazza Barsanti) e, utilizzando una vecchia e pericolante scala a pioli in legno, si sono introdotti in casa.
In quel momento all’interno c’era solo don Enzo Capitani, che si trovava nella sua stanza a riposare e, non essendosi verificati rumori insoliti né particolari, non si è accorto dell’intrusione.
I o il ladro (è molto probabile fosse solo una persona, visto anche il pochissimo rumore provocato) ha iniziato a frugare nella stanza da dove era entrato, poi si è portato al piano di sotto nell’ufficio parrocchiale e nello studiolo del parroco don Gian Paolo Marchetti, il quale, essendo anche rettore del Seminario, si trovava nella struttura di via Ferrucci, e in quella dell’altro vice parroco, don Stefano Papini, in quel momento assente per assolvere ad un servizio.
“Hanno rubato qualche centinaio di euro – spiega il parroco – e una catenina d’oro. Il valore in sé non sarebbe enorme se non fosse che ci hanno portato via i soldi che mettiamo da parte per aiutare un giovane in difficoltà economiche, i soldi di autotassazione versati dalle famiglie a inizio marzo, prima dello scoppio della pandemia, e che utilizziamo per alimentare il fondo di autofinanziamento per i lavori che abbiamo dovuto affrontare e che dovranno riprendere. Infine hanno rubato il poco che restava del fondo Caritas, che utilizziamo per rispondere a qualche necessità quotidiana dei poveri che bussano in parrocchia. Di questo siamo molto rammaricati così come del disagio nel sentirsi violati nella propria dimensione comunitaria. Al resto si rimedia”, conclude don Gian Paolo.
A scoprire il furto è stato don Stefano Papini rientrando in canonica. Allertati gli altri due sacerdoti e il vescovo, sono stati chiamati i carabinieri per la denuncia e per i rilievi.