GROSSETO – “Le troppe incertezze sull’orizzonte dell’emergenza Coronavirus stanno creando problemi ai sindaci, mentre i ritardi sull’esito dei tamponi preoccupano i cittadini che, specie nelle realtà più piccole, vedono nascere voci conflittuali e destabilizzanti”.
Il segretario provinciale della Lega Andrea Ulmi interviene insieme ai tre sindaci maremmani del Carroccio Luca Grisanti di Campagnatico, Diego Cinelli di Magliano e Francesca Travison di Scarlino sulle difficoltà che stanno incontrando.
“Sui territori – afferma Ulmi – il tema del ritardo dei tamponi sta creando problemi, con voci che vanno a rincorrersi, dove solo il fatto di essere stati sottoposti al test, viene immediatamente trasformato in positività creando voci, spesso non veritiere. Occorre porvi rimedio, perché i sindaci sono già oberati di un lavoro straordinario da non poter certo gestire ulteriori paure che si diffondono tra i cittadini”.
“L’assenza di linee guida del Governo e di risorse certe- afferma Ulmi- non aiuta, ma forse è vero che gli italiani sono i più bravi al mondo, perché nel momento critico con la fantasia e la preparazione personale sanno ovviare alle varie situazioni, dall’aiutare i bisognosi, al mettere in campo delle filiere locali, come quelle di produzione di mascherine, mettendo anche le toppe alle lacune, evidenti, del sistema”.
“Se Diego Cinelli a Magliano – afferma Ulmi – ha potuto gestire i soldi dei buoni spesa in autonomia, chi appartiene alla rete del Coeso, come i sindaci Grisanti e Travison, denunciano problemi sui criteri di scelta dei destinatari che hanno spesso premiato persone che ne avrebbero avuto meno bisogno di altre o, peggio tenendo anche fermi dei soldi con i comuni costretti ad intervenire con pacchi alimentari grazie alle donazioni di privati ed associazioni”.
Sul ruolo dei sindaci era uscito pubblicamente Diego Cinelli, primo cittadino di Magliano. “Già qualche settimana fa – ricorda – avevo chiesto poteri commissariali per noi sindaci, che tocchiamo con mano le esigenze dei territori. Nella distribuzione dei buoni noi conosciamo tutte le famiglie e le loro necessità. Dove i buoni si sono rivelati insufficenti abbiamo fornito pacchi alimentari. Per le mascherine abbiamo integrato quelle della Regione con quelle realizzate dalle sarte dei nostri paesi cui abbiamo fornito i tessuti realizzando un prodotto lavabile”.
A Campagnatico il Sindaco Luca Grisanti punta il dito sui criteri di assegnazione dei buoni. “Ho di fatto la gran parte della cifra ricevuta ferma – spiega il primo cittadino – e non perché non abbia persone bisognose. Sulle mascherine sono intervenuto come Comune con risorse nostre per acquistarle e ci sono state donazioni di privati e della Pro Loco con la successiva consegna ai cittadini, sopperendo ad una necessità cui dovremo abituarci anche per il futuro. Adesso è il momento di lavorare e di non fare polemiche, ma che così non va bene lo possiamo certamente dire”.
A Scarlino il Sindaco Francesca Travison ha trovato gli stessi problemi di Grisanti. “I criteri stabiliti dal Coeso non hanno rispecchiato le necessità dei cittadini bisognosi – afferma- tanto che sono intervenuta grazie alle aziende locali con dei buoni ad hoc e segnalando le situazioni sospette. Come giunta abbiamo già deliberato che se arriveranno altre risorse del Governo intendiamo gestirle da soli come Comune e non affidando il servizio al Coeso. Sulle mascherine abbiamo integrato quelle della Regione con quelle realizzate dalle sarte locali ed un ordine che abbiamo effettuato come amministrazione”.
“Stiamo cercando risorse all’interno dei nostri bilanci – concludono i tre sindaci – ma c’è bisogno di una linea chiara da parte del Governo, ma soprattutto che ci attribuisca quei poteri e quelle risorse necessarie per affrontare l’emergenza che, solo chi conosce ogni singola realtà, può sapere come spendere nella maniera più idonea”.