GROSSETO – Come detto più volte il settore turistico è tra quelli che sta soffrendo di più. Una profonda crisi che sta interessando tra gli altri campeggi e villaggi turistici, che si fondano sul turismo stagionale. «Al momento è in discussione addirittura l’apertura per i prossimi mesi estivi» afferma Bernardo Pesciullesi di Assocamping Confesercenti.
«Si prospettano due scenari possibili: Nel primo, ormai persi i flussi previsti per Pasqua e i ponti di aprile e maggio, si può prevedere una riapertura, nella migliore delle ipotesi, da metà giugno. E già questo fa sorgere dubbi per molte imprese se può valer la pena o meno riattivare una struttura che comporta investimenti, manutenzione, personale e costi elevati di gestione per un periodo così breve da non essere sufficiente a coprire nemmeno le spese fisse».
«Nella seconda ipotesi, quella più negativa, si paventa l’obbligo alla non riapertura in quanto campeggi e villaggi vengono intesi come luoghi di assembramento e come tali difficilmente potrebbero garantire le adeguate misure di contenzione richieste. In quest’ultimo caso, ovvero saltare una stagione, per molti vorrebbe dire non riaprire mai più» prosegue Pesciullesi.
«Il Governo da un lato deve adottare misure economiche per salvare un intero settore, dall’altro servono azioni per potersi rimettere in moto il prima possibile e salvare almeno in parte una stagione che si presenta comunque drammatica. In entrambi gli scenari ipotizzati è chiaro che le imprese turistiche non saranno in grado di sostenere il carico fiscale, tributario e contributivo ordinario. Sarà dunque necessario prevedere un annullamento, o una forte riduzione, di tali oneri come Imu, Irap, Tari, costi accessori delle utenze. Su questo stiamo lavorando a tutti i livelli, ma prima di tutto deve essere lo Stato ad adottare provvedimenti specifici perché tali richieste non siano vane».
«Altro aspetto completamente tralasciato dall’ultimo decreto è quello degli affitti su cui insistiamo con forza e per il quale dovranno essere adottate misure specifiche (ad esempio incentivi fiscali ai proprietari) che aiutino la necessaria rinegoziazione dei canoni di locazione in funzione del mancato fatturato. L’altra urgente e lecita richiesta è di prolungare la moratoria di mutui, leasing e finanziamenti in essere con banche ed istituti finanziari, condizioni che sono proprie di quasi tutte le imprese ricettive, per almeno 18 mesi. Infine, ma non ultima per importanza, è la tutela dei dipendenti che in molti casi non rientrano nelle agevolazioni dei recenti decreti e per tutti quelli ancora non assunti a causa dell’emergenza improvvisa che si è andata a creare» prosegue Pesciullesi.
«Per quanto riguarda l’altro aspetto dovremo aspettarci uno scorcio di stagione estiva senza stranieri, con un flusso turistico prevalentemente toscano e dalle regioni limitrofe. Ma chi vorrà, e chi potrà permetterselo malgrado la crisi economica che non sta risparmiando nessuno, venire in vacanza dopo un periodo di rinunce così difficile e prolungato dovrà trovare strutture pronte all’accoglienza».
«Per questo chiediamo con forza di poter riaprire le nostre strutture quanto prima, facendo capire che campeggi e villaggi non rappresentano un pericolo per la salute pubblica ma anzi, una possibilità di vacanza all’aria aperta salutare e sicura».