GROSSETO – Torna l’appuntamento con #InstaPoll, i sondaggi che IlGiunco.net propone alla propria community per sapere come la pensa su alcune questioni di interesse generale.
È ormai passato più di un mese da quando tutto intorno a noi si è bruscamente interrotto, la vita sembra essersi bloccata in un tempo sospeso. Scuole, università e negozi sono chiusi, le uscite limitate solo a strette necessità, si deve stare il più possibile a casa. La primavera quest’anno l’abbiamo vista sbocciare dalle nostre finestre, ma sembra che piano piano qualcosa si stia lentamente muovendo.
La Pasqua quest’anno ci ha portato una buona notizia, che, per quanto piccola e opinabile sia, riaccende in tutti noi un po’ di fiducia e lascia ben sperare. Il nuovo Dpcm del 10 aprile ha infatti stabilito la ripartenza di alcune attività produttive e la riapertura di alcuni esercizi commerciali come librerie, cartolibrerie e negozi di abbigliamento per bambini, ovviamente nel rispetto delle nuove normative di sicurezza. Sulla base dello stesso decreto poi, chi ha un orto nel comune di residenza, potrà tornare a prendersene cura.
Alla luce di queste novità, abbiamo deciso di dedicare questo InstaPoll proprio alle nuove riaperture e abbiamo constatato che, almeno secondo il sondaggio, i grossetani non sembrano essere molto toccati dalle nuove disposizioni ministeriali.
Alla domanda “Andrai in libreria?” l’82,5% risponde infatti in maniera negativa e, se di questi il 42,8% si dice non interessato, è il restante 57,2% il dato che più di tutti dà da pensare: chi non va in libreria perché non vuole. È come se ci fossimo in un certo senso abituati alle pareti di casa nostra, come se ormai solo lì ci sentissimo davvero al sicuro, come se tutto ciò che non è strettamente necessario non rientri più nei nostri piani. Non vogliamo esporci a rischi, abbiamo imparato a fare a meno anche di cose che fino a un mese fa ci sembravano vitali e, anche se è difficile ammetterlo, sembra quasi che ci siamo abituati alla nuova vita di cui solo una manciata di giorni fa ci lamentavamo continuamente. I numeri sono più o meno gli stessi anche per quanto riguarda cartolerie e negozi di abbigliamento per bambini: la stragrande maggioranza dei votanti rinuncia a spese di questo genere.
Leggermente diversa la situazione per quanto riguarda la cura degli orti. In molti infatti, il 43,3% dei votanti, torneranno a dedicarsi alla coltivazione sia per avere un passatempo sia per non perdere i frutti del raccolto. Si prediligono quindi gli spazi aperti, gli ambienti chiusi ci spaventano ancora un po’.
Nonostante tutto, questi sono tutti piccoli segnali di ripresa che non dobbiamo tralasciare, ma ad ogni modo la vera ripartenza sembra essere ancora lontana. Se il lockdown è stato attuato immediatamente per effetto di un decreto ministeriale, lo stesso non avverrà al contrario. All’inizio di questa brutta storia ci aspettavamo forse una ripresa diversa. Così come abbiamo chiuso le nostre attività da un momento all’altro, le avremmo riaperte alla stessa maniera, così come ci siamo chiusi in casa dall’oggi al domani, allo stesso modo dall’oggi al domani avremmo ripreso in mano le nostre vite, tornando a fare ciò che facevamo prima. Questo però è il primo chiaro segnale che, come era da immaginarsi, non sarà così. La ripresa sarà graduale, e soprattutto non basterà un decreto a cancellare i timori che ormai si sono insinuati nelle nostre menti.
Dopo un mese ci rendiamo conto di qualcosa che forse in cuor nostro abbiamo sempre saputo, e cioè che questa quarantena segnerà inevitabilmente, e lo sta già facendo, un prima e un dopo.
Detto questo, da qualche parte si dovrà pur ripartire, e l’augurio è che questo sia l’avvio di un percorso che piano piano ci faccia tornare alla normalità. Non sarà facile per nessuno, non sarà immediato, ma arriverà il giorno in cui discuteremo di altro, il giorno in cui riusciremo a parlare liberamente senza far riferimento al virus, e lo faremo inavvertitamente, senza accorgercene. A quel punto sarà davvero tutto finito.