GROSSETO – “Nei giorni scorsi il Comune di Grosseto ha promosso una cabina di regia, denominata ‘nucleo Fenice’, composta dalle rappresentanze del tessuto socio-produttivo locale con l’obiettivo di elaborare, di fronte alla crisi che la pandemia ha provocato e provocherà, una strategia per la ripresa del nostro territorio. Sono stati predisposti sette tavoli di lavoro, ciascuno dedicato ad un settore: agro-industriale-alimentare, professioni, lavoro, sviluppo economico, attività produttive e commercio, infrastrutture ed edilizia, turismo.
Un’iniziativa, analoga a quelle intraprese da altre amministrazioni comunali, alla quale guardiamo con attenzione e fiducia, ma che tuttavia sconta un’assenza significativa: il mondo dell’arte e della cultura”.
A scriverlo, in una nota, Carlo De Martis, capogruppo Lista Mascagni sindaco nel Consiglio comunale di Grosseto.
“Il coronavirus ha costretto alla serrata non solo le attività produttive in senso stretto, ma anche un intero mondo fatto di espressione e condivisione di idee, saperi ed emozioni – prosegue -. Pensare ad una ripresa della nostra comunità, o addirittura come spesso si sente dire una rinascita, lasciando in disparte il tema della politiche culturali, magari trattandolo al più come una costola dell’offerta turistica, sarebbe un errore fatale. Lo dico, sia chiaro, senza alcun intento polemico, ma al solo scopo di offrire uno spunto di riflessione in un momento di grande difficoltà, in cui siamo tutti chiamati a dare un contributo”.
“E’ un dato di fatto che esiste un settore, tra l’altro per nulla modesto anche come numeri, che (a dispetto di quanto qualcuno andava raccontando) con la cultura ci mangia, ed in questa fase è tra quelli che non solo maggiormente soffrono in termini di perdite economiche, ma che vedono particolarmente lontane le possibilità di una ripartenza – va avanti De Martis -. Produzioni artistiche, scuole di danza, di musica e di teatro, ballerini, musicisti e attori, fonici e tecnici delle luci, ed ancora i locali che ospitano eventi e performance, passando per le tante librerie che specie in una città come la nostra vivono grazie agli incontri pubblici, e poi tutto il mondo del cinema, dalle sale ai festival, e molto altro ancora”.
“E’ un’economia che rischia di essere sopraffatta da questa crisi e, se accadesse, produrrebbe un danno enorme non solo per le tasche dei diretti interessati, il che già sarebbe sufficientemente grave, ma per la qualità della vita di tutti noi – continua il consigliere -. Nulla sarà come prima, è il mantra che sentiamo ripetere. Forse, però, sarebbe meglio dire: nulla dovrà essere come prima. Anche e soprattutto nell’ambito delle politiche culturali: fino ad oggi trascurate, bene che vada declinate in occasioni di svago, e invece da ripensare e tradurre in centri di relazione capaci di disegnare un nuovo modello di sviluppo e rilanciare davvero la nostra comunità, nella sua interezza e nelle sue diversità”.
“Difficilmente ci sarà una pioggia di denaro per la ripresa tanto auspicata, e comunque non sarebbe sufficiente. Dovremo ripensare tanto, forse tutto – ancora De Martis -. Dovremo ripensare il senso del nostro essere comunità, probabilmente per la prima volta da quella istantanea che Bianciardi scattò alla nostra Grosseto negli anni del dopoguerra. Una comunità che negli anni è cresciuta, ma si è anche tremendamente sfilacciata”.
“In tutto questo sarà di grande importanza il ruolo che l’Amministrazione comunale vorrà assumere, e la capacità che saprà manifestare nel raccogliere il contributo delle tante realtà artistiche del territorio e dell’associazionismo culturale, mettendolo a sistema e agevolando con ogni strumento la ripartenza del settore. E’ un patrimonio straordinario, forse neppure ben conosciuto e che ora rischia di disperdersi – conclude De Martis -. Questo allora è un invito, che rivolgo all’Amministrazione comunale, affinché in un momento di così grande difficoltà non dimentichi un settore così cruciale, e magari istituisca ufficialmente un ottavo tavolo di lavoro dedicato all’arte ed alla cultura”.