GROSSETO – «Con la piena consapevolezza della drammatica emergenza che il Paese sta vivendo, l’Associazione che rappresento, Confartigianato Imprese Grosseto, chiede il vostro impegno affinché prima possibile venga garantita la riapertura delle aziende dell’edilizia e dell’impiantistica della Provincia di Grosseto, senza ulteriori proroghe. Vi chiediamo di essere portavoce di queste istanze presso il Governo e le istituzioni nazionali» inizia così la lettera inviata dal presidente di Confartigianato Giovanni Lamioni al prefetto di Grosseto Fabio Marsilio, al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e al presidente della Provincia di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna.
«Avevamo pensato che le nostre aziende potessero riaprire dal 14 aprile. Se le condizioni epidemiologiche lo consentiranno, Vi chiediamo la disponibilità a promuovere la riapertura delle aziende dei comparti edile ed impiantistico prima della data ad oggi prevista del 4 maggio che appare molto lontana e foriera di ulteriori grandi difficoltà. Sarebbe auspicabile aprire prima. Il prolungarsi delle chiusure in questi settori porterà ad avere una percentuale altissima di aziende che non riapriranno o che si troveranno costrette a ridurre il personale. Chiediamo il Vostro impegno affinché davvero le aziende possano riaprire prima possibile con la data del 4 maggio 2020 come ultima data possibile, senza ulteriori proroghe.
Prima dell’emergenza economica vi è quella sanitaria ma, come diverse attività sono aperte perché ritenute essenziali, non si comprende perché non possano esserlo quelle dell’edilizia e dell’impiantistica che adottino i protocolli di sicurezza e distanza sociale previsti, visto che si tratta di comparti essenziali per il nostro territorio.
La crisi sanitaria sta provocando sull’economia della nostra Provincia gravi criticità. Le misure di contenimento introdotte per limitare la diffusione del Covid-19, hanno aggravato la già difficile situazione economica. Il blocco di numerose attività produttive per decreto, unito alla chiusura della gran parte delle attività commerciali e di quelle del settore turistico- ricettivo, hanno realizzato lo scenario peggiore possibile. L’uscita da questa fase dipenderà dai tempi di uscita dall’emergenza.
A rendere ancor più difficile questa situazione contribuisce in modo rilevante la chiusura delle aziende dei settori dell’edilizia e dell’impiantistica, che costituiscono la spina dorsale del nostro tessuto produttivo. Nel comparto dell’edilizia operano 3158 imprese con 9056 occupati, in quello dell’impiantistica 826 imprese e 2112 addetti. Prolungare il lockdown significa per queste imprese continuare a tenere chiusi i cantieri e non produrre pur continuando a sostenere i costi per le attrezzature e la sicurezza. Significa perdere i clienti acquisiti e non poter trovare nuovi lavori. Questa condizione porterà , quando si aprirà la “Fase 2” presumibilmente dal 4 maggio, queste imprese ad ulteriori fermi indotti da questa fase di serrata e dalla mancanza di clienti. Il prolungarsi di questa situazione determinerà una crisi drammatica, con chiusure di aziende e la perdita di centinaia di posti di lavoro.
Per scongiurare l’aggravarsi di questa situazione Vi chiediamo l’impegno a definire dal 4 maggio un piano di aperture programmate delle attività produttive di questi comparti. Da parte delle imprese possiamo rappresentarVi il loro impegno a rispettare le rigorose norme sanitarie e di distanziamento sociale recentemente introdotte, i protocolli di sicurezza previsti e quelli che saranno emanati. Gli obiettivi di sanità pubblica sono prioritari. La salute del personale per gli imprenditori viene prima di tutto e molte aziende si sono già adeguate al vigente “Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”.
La nostra richiesta costituisce il grido di allarme di un tessuto produttivo che era già in difficoltà prima della pandemia; profondamente colpito dai decessi, solidale con i malati, con le famiglie delle vittime, con gli sforzi degli operatori sanitari. Imprenditori che, come tutti gli italiani, accettano una importante limitazione delle proprie libertà, ma che chiedono solo di provare a ripartire, nella tutela assoluta dei propri dipendenti per garantirgli un futuro già oggi pesantemente compromesso. Imprenditori che non vogliono assistere ad un finale con la scritta : “Chiuso per mancanza di futuro”.
Sperando di aver compiutamente rappresentato la situazione, Vi ringraziamo per il vostro impegno e per quello che potrete fare».
Il presidente di Confartigianato Imprese Grosseto Giovanni Lamioni