GROSSETO – “Una delle richieste lanciate con forza ai cittadini durante questa emergenza sanitaria– interviene Emiliano Calchetti, funzionario alimentazione di Confartigianato Imprese Grosseto – è stata quella di acquistare prodotti del territorio per aiutare il settore agroalimentare italiano. Confartigianato Grosseto da subito ha fatto proprio questo legittimo invito promuovendolo più volte. Purtroppo però dobbiamo prendere atto che l’ iniquità contenuta nell’interpretazione ministeriale al Dpcm datato 11 marzo 2020 in materia di contenimento dell’emergenza Covid-19 non sempre rende questa richiesta possibile”.
“Da una parte infatti – continua – si è consentito a molte imprese della produzione alimentare di continuare a lavorare, dall’altra è stata resa obbligatoria la chiusura a tutte quelle imprese artigiane, con produzione dunque locale, rivolte al consumatore finale, come pasticcerie, gelaterie e pizzerie a taglio che, nel pieno rispetto delle nome anti contagio, avrebbero potuto continuare a lavorare. Una incongruenza, a dir nostro, ma soprattutto un colpo durissimo visto che le disposizioni sono entrate in vigore a ridosso delle feste Pasquali sottraendo a queste micro e piccole imprese gli introiti necessari per far fronte, nei prossimi mesi, agli stipendi di collaboratori o dipendenti, alle tasse e a tutti gli altri oneri, affitti e spese necessari per sopravvivere”.
“Si tratta – precisa Calchetti – di una vera penalizzazione a danno dei maestri pasticceri e gelatieri locali e questo a vantaggio di altre tipologie di prodotti di pasticceria come quella proveniente anche da altri paesi. Il decreto dovrebbe consentire di vendere questi prodotti artigianali attraverso la modalità da asporto che è, al contrario, consentita ad altre attività. Una scelta che come Confartigianato giudichiamo discriminatoria rispetto a negozi simili e alla GdO ai quali è invece permessa la commercializzazione di prodotti, anche dolciari. Complessivamente a Grosseto sono 90 le imprese artigiane, pasticcerie e gelaterie, colpite da questa disposizione che subiranno perdite pesantissime per il mancato fatturato e per il deperimento delle materie prime acquistate prima dell’emergenza sanitaria”.
“Siamo consapevoli che un rimedio in extremis garantirà poco ossigeno a questi artigiani, tuttavia – conclude il funzionario di Confartigianato – per una questione di equità e di coerenza, per evitare il tracollo economico anche di questo settore, come Associazione invitiamo il Governo a intervenire urgentemente per stabilire omogeneità di applicazione delle norme su tutto il territorio evitando in questo modo disparità di trattamento tra attività con codici Ateco diversi, ma produzioni simili, rimuovendo quindi questo ingiustificato impedimento all’operatività di tanti artigiani e piccoli imprenditori a cui deve essere consentito quanto prima di poter lavorare, naturalmente nel pieno rispetto di tutte le norme di sicurezza stabilite dai decreti del Governo”.