GROSSETO – “In piena emergenza sanitaria, Chernobyl piomba nuovamente nell’incubo radiazioni. Stando alle ultime rilevazioni, a seguito del vasto incendio che ha devastato la zona boschiva nei pressi della centrale, il livello risulta essere 16 volte superiore alla norma. Questo dato è assolutamente allarmante e deve vedere una task force attivarsi immediatamente allo scopo di evitare nuove vittime innocenti”. A scriverlo, in una nota, Legambiente
“I primi focolai sono scoppiati lo scorso sabato e sembrano essere di origine dolosa – spiegano dall’associazione -. Al momento, le autorità ucraine tendono a rassicurare la popolazione, nonostante nella primissima fase avessero reso note le difficoltà nel gestire la situazione. Com’è noto, il non aver reso pubbliche le reali condizioni del Paese e di conseguenza il non aver fornito informazioni utili in merito alle strategie da mettere in campo per limitare l’esposizione alle radiazioni al tempo dell’esplosione ha rappresentato un errore grave e oggi non più sanabile”.
“Per non ripetere gli errori del passato, dunque, oltre a sollecitare le istituzioni locali ad attivarsi per rendere pubblici tutti i dati – vanno avanti -, Legambiente chiede che vengano immediatamente messi in sicurezza i cittadini che abitano nei pressi della zona ancora oggi fortemente contaminata”.
“La nostra associazione – dichiara Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente – in questi anni non ha mai fermato la macchina della solidarietà: grazie alla realizzazione del Centro Speranza ha consentito a centinaia di bambini di poter soggiornare in una struttura decontaminata in cui sottoporsi ad esami clinici e alimentarsi in maniera sana”.
“Il centro offre inoltre sia un supporto di tipo medico che pedagogico, essenziale in aree dove questi tipi di servizi restano tutt’oggi concentrati nei grandi centri urbani, a scapito di chi vive nelle campagne. Un progetto, questo, che va oltre il mese di accoglienza –continua – e che mira alla creazione rapporti continuativi non solo con la struttura ma anche con le autorità locali, le scuole e le strutture sanitarie. Oggi, la solidarietà di Legambiente si trasforma in un nuovo grido di allarme che l’associazione si augura venga il più possibile amplificato e riesca a raggiungere l’opinione pubblica e a mobilitarla”.
“L’emergenza Covid-19 purtroppo non è la sola che mette a rischio vite in ogni angolo del globo – conclude Gentili -. Per questo motivo, è cruciale non abbassare la guardia e continuare a combattere le battaglie giuste che in questi anni hanno visto associazioni e cittadini in prima linea come quella a favore delle popolazioni che ancora oggi vivono nelle zone contaminate a seguito dell’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl.”