GROSSETO – L’assessore del Comune di Grosseto Fabrizio Rossi e l’architetto Marco De Bianchi hanno scritto una lettera all’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli e al presidente della quarta Commissione Assetto del territorio Stefano Baccelli per richiedere la modifica della legge regionale 65/2014, che riguarda la formazione degli strumenti delle pianificazione territoriale ed urbanistica, prorogandone i termini. Di seguito il testo.
La presente al fine di manifestarle una criticità che la stragrande maggioranza dei comuni toscani stanno incontrando, stante l’avvicinarsi della scadenza quinquennale dell’entrata in vigore della legge regionale 65/2014.
In un momento così particolare come quello che stiamo vivendo, scriviamo la presente per segnalare una tra le tante difficoltà in cui si troveranno i comuni che difficilmente potranno risolvere senza un intervento legislativo regionale, data la situazione contingente legata all’emergenza sanitaria in atto e alle conseguenti misure di prevenzione contro la diffusione del covid-19.
Ci riferiamo alle norme che impongono il rispetto di termini indicati nella legge regionale 65/2014 per la formazione degli strumenti delle pianificazione territoriale ed urbanistica.
Infatti il Comune di Grosseto, dopo aver avviato il procedimento formazione del nuovo Piano strutturale e aver attivato il processo partecipativo propedeutico anche alla formazione del Piano operativo promuovendo varie forme di partecipazione quali incontri pubblici, incontri territoriali nei quartieri cittadini e nelle frazioni, incontri ristretti con specifiche categorie di portatori di interesse, ha dovuto sospendere tutte le attività intraprese fatta eccezione per lo strumento dell’avviso pubblico il cui termine di scadenza sarà il prossimo 27 aprile 2020.
L’Amministrazione Comunale contava, grazie al processo partecipativo, di raccogliere proposte finalizzate all’attuazione degli obiettivi e degli indirizzi strategici del Piano strutturale anche attraverso concreti progetti per la definizione di quelle trasformazioni esterne al territorio urbanizzato, che avrebbero potuto essere oggetto della conferenza di copianificazione ai sensi dell’articolo 25 della legge regionale 65/2014.
Tale processo non potrà trovare la sua conclusione; la tutela della salute dei lavoratori nella fase di emergenza sanitaria ha condotto dapprima ad incentivare l’uso di ferie e congedi ordinari per ridurre le concentrazioni dei dipendenti in sede, poi con il ricorso ai congedi straordinari parentali, alla rimodulazione dei permessi della legge 104 ed ad altre misure urgenti a sostegno del lavoro è di fatto divenuto impossibile coordinarsi con il gruppo di progettazione per procedere all’avvio del Piano operativo nei termini previsti dalla legislazione regionale vigente.
Pertanto ne conseguirà l’impossibilità di procedere all’approvazione delle varianti adottate entro la data del 30 giugno 2020, a pena della loro decadenza così come previsto dal dettato normativo dell’articolo 222 comma 2 bis della legge regionale 65/2014 così come modificata dalla legge regionale 69/2019; risulterà ugualmente difficile concludere le procedure di approvazione di Piani attuativi che, data la congiuntura economica non favorevole, sono stati presentati in prossimità della decadenza quinquennale di cui all’articolo 95 comma 9 della legge regionale 65/2014 per noi coincidente con il 9 di giugno prossimo.
Proprio per venire incontro ad altre problematiche amministrative che investono le pubbliche amministrazioni, riconoscendo quali prioritarie le azioni a tutela e salvaguardia della salute pubblica, il Governo, con il decreto legge 18 del 17 marzo 2020, articolo 103 comma 1, ha previsto la sospensione dei termini ordinatori o perentori, propedeutici, endoprocedimentali, finali ed esecutivi, relativi allo svolgimento di procedimenti amministrativi su istanza di parte o d’ufficio, pendenti alla data del 23 febbraio 2020 o iniziati successivamente a tale data, fino alla data del 15 aprile 2020.
E’ molto probabile che quest’ultimo termine sarà ulteriormente prorogato in sede di conversione in legge del decreto citato.
Tutti i comuni toscani, al momento, si trovano nella medesima situazione di incertezza dovuta alla carenza di specifiche norme che consentano la proroga o la sospensione dei termini di legge regionale in materia di governo del territorio.
Alla luce di quanto sopra esposto, considerata l’eccezionalità che ha investito l’intera nazione, chiediamo pertanto di valutare l’opportunità di procedere ad una modifica normativa che tenga conto delle problematiche suesposte e quindi che non penalizzi ulteriormente le Amministrazioni locali, in un periodo in cui ogni misura posta in essere potrà costituire un valido contributo alla rinascita economica e sociale dell’Italia.