GROSSETO – “Non è per tutti la stessa cosa”. A parlare Massimiliano Frascino, presidente di Fondazione Il sole onlus, che spiega: “Per le persone con disabilità psichica, intellettiva e relazionale, o con multi-disabilità, e per i loro familiari, la quarantena è un doppio trauma. Perché sostanzialmente significa il ritorno a una condizione che conoscono bene. Alla quale da sempre cercano tenacemente di sottrarsi: quella dell’isolamento sociale”.
“Autismo, ritardo mentale, paralisi cerebrale, sindrome di Down, di Asperger, di Williams, dell’X-Fragile, disturbi psichiatrici…sono solo alcune delle patologie che per molte famiglie rendono particolarmente duro questo periodo di quarantena diffusa – prosegue -. Con i genitori (o i familiari) che tornano a svolgere l’ingrato ruolo di “caregiver” H24, senza più il sostegno di centri diurni e attività strutturate di socializzazione. E in assenza della scuola, che fino ai 18-20 anni può svolgere un ruolo determinante”.
“In un simile contesto – va avanti -, un parziale sollievo a questa condizione di stress, potrebbe essere costituito dalla possibilità di uscire di casa per passeggiare insieme a uno dei genitori, o un familiare”.
Per questo motivo, il presidente di Fondazione Il Sole Onlus ha scritto una lettera al prefetto di Grosseto, di cui riportiamo il testo.
Gentile signor Prefetto,
negli ultimi giorni, nella mia veste di presidente della Fondazione Il Sole Onlus, sono stato contattato da alcune famiglie di persone con disabilità psichica, intellettiva e relazionale, o multi-disabilità, per espormi le loro grandi difficoltà nel tenere chiusi in casa tutto il giorno i propri figli.
Ragionando su questo problema, ho pensato che uscire di casa con un proprio figlio o parente disabile potrebbe rientrare nell’ambito dello “stato di necessità” previsto dall’autocertificazione. Basterebbe accompagnare all’autocertificazione, carta d’identità e certificato d’invalidità della persona disabile. Naturalmente nel rispetto del divieto assoluto di frequentare luoghi affollati e della distanza minima.
Nel caso questo fosse possibile, occorrerebbe un via libera istituzionale, che a mio avviso competerebbe alla Prefettura, in quanto articolazione dello Stato e del Governo sul territorio. Così da avere omogeneità di approccio in tutta la provincia.
La risposta della Prefettura non si è fatta attendere. “Al riguardo – scrivono dalla Prefettura di Grosseto -, nell’evidenziare che l’esigenza prospettata è per sua natura meritevole di tutela, si invita a circostanziare, nell’autodichiarazione, che la necessità di spostamento, nei singoli casi, è strettamente correlata alla disabilità, pur nel rispetto di tutte le misure di cautela individuate dalle disposizioni vigenti”.