GROSSETO – “Non c’è davvero pace per il settore primario – commenta amaramente il direttore di Cia Grosseto Enrico Rabazzi -. Non sappiamo ancora quanti saranno i danni, che prevediamo ingentissimi, causati dell’epidemia covid-19, che oggi dobbiamo registrare l’ennesimo duro colpo al mondo agricolo: temperature che sono scese, durante la notte, sotto lo zero, con conseguenze soprattutto sull’ortofrutta ma anche agli altri settori che stiamo attentamente monitorando”.
“Da subito, nel rispetto delle precauzioni imposte dalla vigente situazione di sicurezza sanitaria, Cia Grosseto si è resa operativa per sostenere i propri associati e per capire dove e quante sono le colture compromesse – spiega -. Molte attività in queste settimane hanno cessato di lavorare, l’agricoltura però non si può assolutamente fermare. In questi giorni gli agricoltori si sono impegnati ancora di più per garantire scorte alimentari a sufficienza per tutti”.
“Seguendo quel senso di responsabilità che li caratterizza, hanno continuato a lavorare per assicurare cibo sano a tutta la popolazione – prosegue il direttore -. Lo hanno fatto affrontando le molte difficoltà e gli scogli che sono conseguenza di questo delicatissimo momento storico. Oggi questi instancabili lavoratori devono affrontare un’altra emergenza e non possono essere dimenticati e lasciati soli. Alla politica, che finalmente ha compreso il ruolo strategico del settore primario, è dunque chiesto di fare la sua parte e di intervenire con urgenza”.
“Come Cia abbiamo sollecitato la garanzia di fondi o di aiuti per chi ha subito danni alle colture. Si tratta di una conseguenza dei cambiamenti climatici che ci aveva fatto vivere una primavera anticipata e fioriture fuori stagione e per questo la perdita in termini economici sarà pesantissima – spiega Rabazzi -. Stamani il panorama era davvero desolante: campi ghiacciati e i danni alle primizie. Ora è il momento di capire davvero quanto questo settore è importante, ci auguriamo che le belle e lusinghiere parole espresse in questi giorni in merito all’agricoltura non rimangano lettera morta. La speranza e l’auspicio è che le nostre aziende trovino nella politica un serio alleato che le supporti”.
“In caso contrario – conclude il direttore –, se gli agricoltori saranno costretti ad affrontare questo ennesimo colpo da soli, senza retorica siamo certi che potremmo decretare non solo la fine di un intero settore produttivo, ma anche di quella sicurezza alimentare che viene chiesta ai nostri imprenditori agricoli e che, a loro volta, garantiscono ad ogni cittadino”.