GROSSETO – “Nel decreto legge “Cura Italia” ci sono misure per famiglie ed imprese. Prevalentemente rinvii di scadenze, senza sgravi fiscali; molto poco per gli autonomi, in particolare per le partite iva. Generalmente, misure insufficienti. E sono tutte misure che riguardano soltanto le competenze statali. Il Governo si è dimenticato dei Comuni, lasciandoli a rispondere da soli alle primarie esigenze dei cittadini. La speranza è quindi per un nuovo decreto, immediato, perché le risorse sarebbero servite adesso”.
A scriverlo, in una nota, il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna.
“Sul fronte dei tributi – prosegue -, i rinvii a fine maggio, non prendono in considerazione nessun tributo o canone patrimoniale dei Comuni; né l’Imu, completamente ignorata. Tocca ancora una volta ai Comuni farsi carico di iniziative a sostegno dei cittadini, rinviando le scadenze dei tributi locali che comporteranno un aggravio delle liquidità di cassa ed un maggiore ricorso alle anticipazioni di tesoreria ovvero pagheremo più interessi alla banca. Con il rinvio a giugno della prima rata dei tributi, stimiamo di spendere il doppio per interessi bancari rispetto al 2019, per un totale di circa 75-80mila euro”.
“Le minori entrate riguardano anche l’imposta di soggiorno – va avanti il primo cittadino -: per il Comune di Grosseto vale 550mila. Non solo: mercati limitati ai generi alimentari, attività chiuse. Ci mancheranno introiti da suolo pubblico Cosap. Quindi, a fronte di queste minori entrate, come faremo fronte alle spese comunque necessarie per mantenere i servizi essenziali, gli stipendi e la sicurezza cittadina?
Incasseremo i proventi da violazioni del codice della strada? Sono risorse necessarie per i Comuni non soltanto per far fronte alle spese per la sicurezza stradale, ma per metà anche per le spese correnti del bilancio”.
“Per quanto concerne le risorse per i Comuni, riporto invece due esempi pratici – continua Vivarelli Colonna -. Il decreto ha stanziato 65 milioni che entro 30 giorni saranno distribuiti ai Comuni, in base alla popolazione e ai casi positivi rilevati, per la sanificazione degli ambienti. I Comuni in Italia sono quasi 8mila; se dividessimo in parti uguali, Grosseto riceverebbe poco più di 8mila euro, come Milano. Solo per le mascherine, Dpi e materiali disinfettanti abbiamo già speso decine di migliaia di euro. E ancora. Il decreto ha stanziato 10 milioni che, con decreto Ministero Interno entro 30 giorni, saranno distribuiti ai Comuni, in base alla popolazione e ai casi positivi rilevati, per lo straordinario e i Dpi della pm. I Comuni in Italia sono quasi 8mila; se dividessimo in parti uguali, Grosseto riceverebbe poco più di mille euro, come Milano”.
“C’è di più – dice il primo cittadino grossetano -: a parte queste due voci che erogano risorse (ridicole), altre misure prevedono agevolazioni per i Comuni, ma sono assolutamente marginali e – nel caso di Grosseto – concretamente inutili. E’, infatti, sospeso il rimborso dei mutui per il 2020. Detta così, sarebbe sembrata una bella notizia, invece, il decreto si riferisce a mutui Cassa Depositi e Prestiti trasferiti al Mef. Che per Grosseto rappresentano solo 115mila euro, che possiamo non pagare nel 2020 e saranno aggiunti in coda al piano di ammortamento in futuro. Quindi il primo risparmio concreto del decreto è di 115mila che saranno destinati ad interventi utili di contrasto all’emergenza Coronavirus”.
“Il decreto poi fa utilizzare gli avanzi liberi dei Comuni per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Evviva! Ma non per Grosseto che non avrà avanzo libero fino al 2044, dato che nel 2015 la Giunta Bonifazi accertò un extradeficit di quasi 16milioni da ripianare in trenta “comode” rate annuali – prosegue il sindaco -. Il decreto consente infine di destinare i proventi da oneri di urbanizzazione, fonte di finanziamento principale degli investimenti su strade, scuole e manutenzione straordinaria degli edifici (cui saremo secondo queste condizioni costretti a rinciare), alle spese per l’emergenza Coronavirus. Ma se l’economia è in difficoltà, siamo sicuri che incasseremo oneri?
Infine il Decreto consente a Consigli e Giunte in videoconferenza e lavoro agile con strumenti informatici da casa: l’agevolazione è però solo normativa, perché le risorse per tutto questo ce le devono mettere i Comuni”.
“Cosa avremmo voluto? Facciamo quattro proposte che vorremmo venissero condivise dal Governo. Parliamo di un minore accantonamento del Fondo crediti dubbia esigibilità – ancora Vivarelli Colonna -. I Comuni accantonano, infatti, ogni anno risorse di bilancio a garanzia dei propri crediti. Nel 2020 Grosseto ha accantonato nel bilancio di previsione 6,7 milioni, pari al 95% delle somme inesigibili (un parametro calcolato con procedimento complesso). Sarebbe bastato che nel Decreto (con una solo rigo di testo) avessero ridotto tale percentuale, ad esempio al 50%, e ogni Comune avrebbe avuto risorse immediatamente disponibili: nel caso di Grosseto avremmo potuto immediatamente contare su quasi 3milioni di capacità di spesa in più e/o di contenimento di minori entrate (magari anche per ridurre dei tributi: Cosap vale 1 milione l’anno, come l’imposta di pubblicità)”.
“Per quanto riguarda l’avanzo di amministrazione vincolato, il Comune di Grosseto ha un avanzo per investimenti di circa 2,3 milioni, a cui si dovranno aggiungere risorse avanzate dall’esercizio 2019 (ipotizzabili in almeno 500mila) e che saranno quantificate con il prossimo rendiconto – ancora il sindaco -. Di queste risorse, sempre per la vicenda dell’extradeficit del 2015 – al pari di altri circa 70 comuni di Toscana e molti alti in Italia (ad esempio Torino) – ovviamente, Grosseto non potrà utilizzarli tutti. Nel caso specifico, Grosseto può utilizzare ogni anno soltanto 508mila, lasciandone inutilizzate quindi ancora 2,3milioni (stima) nel corso del 2020. Se invece il Decreto avesse consentito di utilizzare gli avanzi di amministrazione vincolati, in via straordinaria, avremmo avuto circa 2.8 milioni di risorse complessivamente disponibili per investimenti o spese per rilanciare il turismo e la cultura”.
“All’inizio di ogni anno – va avanti il primo cittadino -, lo Stato anticipa ai Comuni una somma per garantire liquidità agli enti prima che incassino la prima rata Imu a giugno; poi lo Stato si trattiene tale cifra a fine anno dai versamenti della seconda rata. Per il Comune di Grosseto sono 2 milioni circa. Se ci anticipassero una somma maggiore (magari doppia), trattenendola comunque poi a fine anno, in questo primo semestre avremmo meno esposizione in tesoreria e quindi pagheremmo meno interessi sul rinvio delle scadenze dei tributi. Invece di sospendere solo i mutui trasferiti al Mef, potrebbe essere sospesa tutta la quota capitale dei mutui presso Cassa Depositi e Prestiti. Per il Comune di Grosseto significherebbe 2,7mil di risorse subito disponibili”.
“Attraverso le nostre proposte – conclude Vivarelli Colonna – non avremmo bisogno di soldi dallo Stato (che comunque un Buon Governo dovrebbe prevedere), ma potremmo fare con i nostri, se ci fosse reso consentito. Abbiamo risorse non spendibili. Chiediamo almeno di poterle utilizzare. E vorremmo saperlo adesso”.