GROSSETO – Non basta una mascherina a nascondere il coglione che c’è dietro. Lapalissiano ma oggettivo.
Questa storia delle polemiche sulla scarsità delle mascherine sta diventando insopportabile. E imbarazzanti coloro che la cavalcano per motivi evidentemente politici. Ricorrendo a toni astiosi e sopra le righe, facendo finta di esercitare l’ironia. Quando è chiaro come il sole che praticano un cinismo da mentecatti, nella speranza (illusoria) di guadagnare consensi. Vale per chiunque dall’opposizione cavalchi la penuria di questi presidi sanitari, pensando di colpire chi governa: a livello locale, regionale o nazionale. Da qualunque schieramento politico.
Gli unici legittimati ad alzare la voce, ai quali va dato rispetto, sono quelli che stanno in prima linea e rischiano la pelle. A partire dagli operatori sanitari, e a seguire tutti gli altri. Dalle forze dell’ordine a chi sta alla cassa di un supermercato. Loro hanno il diritto d’imbestialirsi e anche di perdere le staffe. Soprattutto di segnalare il problema e pretendere la soluzione. Gli altri abbiano la compiacenza di tacere. E di non fare gli ebeti sui social. Compresi quelli che dimostrano a sé stessi d’esistere con immaginarie polemiche nazionaliste col resto del mondo, in nome dell’Italia tradita.
Anche perché è del tutto evidente che mascherine, visiere, tute protettive e guanti in lattice sono diventati beni scarsi in conseguenza di una pandemia che nessuno è stato in grado di prevedere nelle sue conseguenze.
Nonostante questo, la protezione civile e il Paese hanno saputo reagire. Entro breve si fabbricheranno i presidi sanitari che servono nei tempi giusti. E i mestatori del web potranno dedicarsi ad altre polemiche fittizie. Continuando a fare la figura dei coglioni mascherati.