GROSSETO – Il vescovo Rodolfo ha scritto una lettera alla comunità diocesana di Grosseto in merito all’emergenza legata al propagarsi del Coronavirus. Di seguito il testo.
Carissimi sacerdoti, fedeli, persone tutte,
vorrei condividere alcuni pensieri legati a questi giorni problematici e incerti.
Mi radico nella fede testimoniata dalle vicende dell’umanità nella Bibbia e culminanti nella persona di Gesù Cristo. Tutti i momenti dell’uomo sono cari a Dio, egli ama qualificarsi con nomi che indicano la Sua presenza e il Suo interessamento (Colui che si interessa, si prende cura, Io sono con voi, Emmanuel).
Questa sua attenzione si fa persona umana in Gesù figlio di Dio, uomo come noi che ha vissuto tutte le vicende umane facendosene carico e rassicurando i suoi nei momenti di angoscia (Non temete, sono con voi, non vi lascio soli).
Nel suo Spirito egli è con noi!
In questa luce penso ai momenti che viviamo: Non sono solo! non siamo soli!
La nostra vita, lanciata nel tempo con una velocità vissuta spesso come corsa, è invitata a stare dinanzi a se stessa, a considerare la sua bellezza e la sua fragilità, a gioire ancora e a non cadere nell’angoscia.
Sono evidenti i gravi problemi, ma tutti si stanno impegnando per il bene comune. La buona volontà, le precauzioni e la scienza ci faranno superare anche questo momento.
Non chiudiamoci in noi stessi, dimenticando altri problemi di dolore, ingiustizia, povertà!
La follia della guerra sta decimando nazioni e facendo tante vittime tra i più deboli.
Non ripieghiamoci sulle nostre angosce, chiudendo mente e cuore di fronte a questi drammi!
Non consideriamoli solo con la lente di ingrandimento dei nostri interessi e delle nostre paure.
Pensiamo alle famiglie cacciate dalle loro case, ai bambini e ai vecchi nelle tende dei campi profughi o nel tentativo di superare muri, filo spinato o fiumi e mari. I padroni del mondo che fanno? Chi ha scatenato queste guerre che fa?
L’angoscia e l’egoismo impaurito stanno diventando padroni del mondo. Vi sono vittime e siamo tutti a rischio, ma il Covid 19 sarà certamente debellato! Quante vittime, causate dalla follia delle guerre, ci saranno nel frattempo? Gente senzatetto, popoli senza terra… figli di Dio senza un riparo, senza cibo, senza fratelli…
So che è facile dire queste parole e ridursi a retorica… Ma sono cose che ci riguardano. Sono realtà a due passi da noi. Sono effetti del male che è nella violenza, che genera queste cose e nel disinteresse di chi non se ne prende cura… Lo so che non abbiamo colpa direttamente, che anche noi abbiamo tante difficoltà e che non ci sono soluzioni facili, ma so anche che le soluzioni si cercano se crescono i sentimenti di vicinanza, di interessamento; se le scelte e gli stili di vita si fanno carico dei problemi altrui almeno con la stessa intensità con cui ci occupiamo dei gravi problemi della epidemia Covid 19.
E’ un sentimento che umilmente condivido come credente. Come vescovo ho il diritto-dovere di ricordarlo.
Siamo in una fase difficile, in cui le autorità sembrano costrette ad andare avanti a tentativi. Vorrei che guardassimo tutti maggiormente all’impegno di tanti, più che alla precarietà causata dalla novità dell’evento della epidemia.
Quanto sarebbe meglio che l’infinita disponibilità di informazioni non aggravasse la situazioni e i rapporti!
E’ un fatto nuovo anche per le nostre chiese e per i nostri modi di radunarci, di celebrare la Messa, di fare la comunione… Prendiamo tutto questo come un’occasione di andare oltre le abitudini consolidate e a cui siamo tanto assuefatti. Di ogni cosa possiamo ora approfondire di più il valore e il contenuto, che resta anche sotto forme diverse.
Certe limitazioni temporali possono portarci a pensare a quante persone sono sempre nel limite, in difficoltà di movimento, di mancanza di libertà, di insufficienza economica, di solitudine senza mai uno che ti telefoni o ti saluti…
Non è, questa, un’occasione di valutare e mettere in atto la nostra libertà interiore nell’uso del tempo, dei sentimenti, del pensiero sugli altri o del grido orante a Dio?
Le regole che vengono date ci aiutano a tenere alta l’attenzione e la prudenza. Consideriamo i sacrifici di tanti responsabili: istituzioni, medici, infermieri, personale degli ospedali e del sistema della Protezione civile.
Collaboriamo usando bene di questo momento, non chiudendoci in paure e angosce, stando un po’ di più con noi stessi, nel silenzio, nella lettura, nella riflessione, nel dialogo in famiglia, nella preghiera, nella carità pratica verso anziani o persone sole… E se la situazione aumentasse impegni e difficoltà, non perdiamo la fiducia e la speranza.
Quanto alle regole da tener presenti, come cittadini ci atteniamo a quanto deciso dalle competenti autorità.
E’ importante l’animo con cui ci avviciniamo alle persone e alle cose di Dio, che ci ha dato sapienza e intelletto da usare anche in situazioni nuove come quella che viviamo.
Indico ai Parroci e alle comunità, oltre a quelle già suggerite il 24 febbraio dal vicario generale, ulteriori misure da adottare con senso di responsabilità e buonsenso.
1. Le chiese restano aperte e le Messe (feriali e festive) vengono celebrate, così come le Quarantore e la pia pratica della Via Crucis, con la premura, però, di evitare accuratamente inopportuni affollamenti e suggerendo ai fedeli di tenersi ad una maggiore distanza gli uni dagli altri.
2. Le persone in situazione di fragilità o malattia possono celebrare il giorno del Signore, seguendo la Messa per televisione, pregando in famiglia, leggendo la Parola di Dio.
3. Per tutti questo momento di limitazioni può essere arricchito da gesti di carità e di attenzione a chi è più solo, riposando e giocando con i propri figli, ricercando qualche contatto con chi abbiamo dimenticato…
4. Sono sospesi fino al 15 marzo gli incontri del catechismo, ma raccomando ai sacerdoti e ai catechisti di valutare modalità in cui sia possibile favorire la catechesi familiare. Sospesi, di conseguenza, anche gli incontri e le attività degli oratori, gruppi dei ragazzi e gli itinerari di preparazione al matrimonio.
5. Alla stessa data sono sospesi anche i programmi di benedizione delle famiglie e le visite nelle case per portare la comunione eucaristica agli ammalati, tranne particolari situazioni di necessità, che i Parroci sapranno valutare a loro discrezione.
6. Sono sospesi gli incontri (conferenze ecc…) che prevedano l’afflusso di tante persone nel medesimo ambiente.
7. Per le catechesi degli adulti o gli incontri di formazione di gruppi parrocchiali e aggregazioni ecclesiali i sacerdoti, d’accordo coi responsabili delle suddette realtà, si attengano a misure di responsabilità, che evitino il contatto troppo stretto tra persone.
8. Gli uffici della Curia resteranno regolarmente aperti, ma si invita a preferire i contatti via telefono o per email e di recarsi fisicamente negli uffici solo laddove sia strettamente necessario.
9. I servizi della Caritas diocesana come di quelli parrocchiali restino attivi, con l’accortezza di distribuire le presenze negli spazi comuni e, per quanto riguarda la mensa di via Alfieri, di distribuire le persone ai tavoli in maniera da assicurare una maggiore distanza rispetto al solito.
A tutti la mia vicinanza: Il Signore vi dia Pace!
Il vescovo Rodolfo.