GROSSETO -“Le Sardine di Grosseto sono state presenti con una loro delegazione alla seduta del Consiglio comunale di Grosseto del 24 febbraio in cui si discutevano, tra l’altro, tre documenti: la concessione della cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre; la concessione della cittadinanza onoraria alla senatrice Segre ed alla signora Egea Haffner; la cancellazione della intitolazione di una strada ad Almirante”. Lo scrivono, in una nota, le Sardine maremmane.
“Nonostante l’ampia maggioranza di cui si disponeva in Consiglio comunale (ben oltre i 2/3 richiesti per concedere la cittadinanza onoraria, includendo i voti favorevoli dei consiglieri M5s) – proseguono -, la maggioranza di destra grossetana è riuscita, con qualche assenza ‘strategica’, nell’intento di non far approvare anche la mozione da loro stessi presentata unendo i nomi di Segre ed Haffner (‘un colpo al cerchio ed uno alla botte’), pur sapendo che la stessa Haffner aveva dichiarato che avrebbe ‘scritto un no grazie alle mozioni a cui è stato abbinato il mio nome a quello della senatrice Segre per un riconoscimento di cittadinanza onoraria’”.
“Abbiamo assistito – continuano le Sardine – ad una riunione davvero triste: quella che dovrebbe essere la massima assise della democrazia comunale è stata dai più trasformata in una sede di revisionismo storico, di arrampicate sugli specchi in cui l’unico obiettivo era quello di mettere sullo stesso piano le ‘idee fasciste’ con quelle affermate nella nostra Costituzione banalizzando l’Olocausto come solo uno dei tanti crimini commessi nella storia della umanità (… abbiamo contato la citazione di 13 altre persecuzioni …), considerare l’Olocausto come una questione di parte (la concessione della cittadinanza a Segre è ‘unilaterale perché vede la violenza da una parte sola’), rileggendo la Costituzione in chiave nostalgica (‘la Costituzione italiana è aderente agli ideali di Almirante’), ridicolizzando i motivi della concessione della scorta alla senatrice Segre (‘presunte minacce ricevute’ … ‘fake news’) e arrivando, con una buona dose di cattivo gusto parlando di una signora di 89 anni, ad affermare che Segre è incoerente quando dice di non accettare cittadinanze onorarie in città con strade dedicate ad Almirante mentre ‘condivide il letto tutte le notti con il marito, iscritto all’Msi’ anche qui falsando la storia di Alfredo Belli Paci (deceduto nel 2008), un uomo che aveva scelto di non aderire alla Repubblica sociale pagando questa sua scelta antifascista con due anni passati in sette campi di concentramento diversi e che si presentò in lista con l’Msi come indipendente per poi abbandonare la politica subito dopo per amore della moglie e della sua storia”.
“Questo ed altro abbiamo sentito mentre la massima autorità cittadina tormentava il suo smartphone per tutto il tempo del dibattito – vanno avanti le Sardine -, salvo poi accusare l’opposizione per la non concessione della cittadinanza alla senatrice Segre (con la maggioranza che non ha votato la mozione ed ha fatto mancare con assenze i voti necessari alla approvazione della mozione da loro stessa presentata)”.
“La città di Grosseto – ancora le Sardine maremmane – non merita una delle peggiori destre del nostro Paese. Ricordiamo Pisa e Piombino, per rimanere in Toscana, dove le locali maggioranze di destra hanno approvato la concessione della cittadinanza a Segre senza ‘mercato delle vacche’ del tipo ‘io ti do una cosa a te e tu ne dai una a me’ come invece fatto a Grosseto dalla maggioranza per far fallire tutto”.
“Le Sardine maremmane rinnovano la solidarietà a Liliana Segre ed a tutte le organizzazioni e persone oggetto di attacchi razzisti e antisemiti degli ultimi tempi, riaffermando la fiducia nella nostra Costituzione, vero ed unico atto che nel 1948 ha stabilito la ‘pacificazione nazionale’, condannando la storia del ventennio, delle leggi contro la razza, e indicando come anticostituzionale ogni tentativo di ricostituzione del partito fascista”.
“Non si può intitolare una strada della città di Grosseto a chi scriveva che ‘il razzismo ha da essere cibo di tutti’ (cit. Almirante, 1942) – concludono le Sardine – e bocciare la cittadinanza onoraria a chi ci ricorda oggi che solo un reale sentimento di consapevolezza condivisa può evitare il ripetersi di quelle tragedie, purtroppo non così lontane come dimostrano le aggressioni e i fatti di sangue, anche recenti”.