GROSSETO – «Di quali elementi dispongano il Ministero dell’Interno e il Governo circa quanto avvenuto a Grosseto dove un’appartenente alla Polizia di Stato via Facebook ha insultato pesantemente la comandante della Sea Watch 3 ed altre figure pubbliche, giornalisti e uomini politici ed esponenti del governo, e quali iniziative di competenza intenda adottare con urgenza per prevenire ulteriori episodi di questo genere. E ancora quali provvedimenti urgenti abbiano assunto i vertici della Polizia di Stato nei confronti dell’autrice di questi messaggi, che a parere dei parlamentari del gruppi di Liberi e Uguali, si pongono al di fuori delle leggi e della stessa Costituzione, e se non ritengano necessario allontanare la vicesovrintendente dal Corpo».
Sono alcune delle domande che l’onorevole Nicola Fratoianni di Sinistra italiana-Leu, primo firmatario dell’interrogazione parlamentare di Liberi e Uguali, pone al governo su quanto accaduto nei giorni scorsi nella città toscana.
«L’autrice del post, vicesovrintendente della Polizia di Stato a Grosseto, dopo il clamore e le proteste, ha cancellato il post contro Carola Rackete. Tuttavia – si legge nell’interrogazione – nel corso di questi mesi è autrice di altri post su Facebook dove con un linguaggio violento si attaccano esponenti politici e di governo e altre figure. Ad esempio il 28 gennaio 2020 “Padre Nostro che sei nei Cieli, liberaci da questo cazzo di Papa. Amen.” riferito al Pontefice Francesco; il 4 gennaio 2020 “Ti fanno presentare sto ca**o di festival solo perché una bella t**a diversamente bianca. Diversamente non ti cacherebbe nessuno. Povera mentecatta” riferito alla partecipazione al festival di Sanremo della giornalista Rula Jebreal. Il 26 novembre 2019 “Fabio Fazio comunista squallido e disgustoso, servo di partito, radical chic prezzolato dei miei cogl***i…” Il 25 ottobre 2019 “mi associo alla ripugnanza per questo omuncolo di me**a, un piccolo lerner … disgusto, ribrezzo e sozzume untuoso.. non so con quale stomaco li hanno trom***i quelle che hanno avuto intimità con questi laidi vituperi..” evidentemente riferito ad un altro giornalista, Enrico Mentana o David Parenzo, e cosi via».
«Il 24 ottobre 2019 il Capo della Polizia – ricorda Fratoianni nell’atto ispettivo – ha predisposto una circolare sull’utilizzo dei social network e applicazioni di messaggistica da parte del personale della Polizia di Stato dove è richiesto “un comportamento ineccepibile ed esemplare… si possono esprimere opinioni ma sempre ponderando oculatamente tempi, modi e caratteri della propria esternazione in modo da tenere un comportamento improntato a correttezza, imparzialità e cortesia”, circolare che è stata evidentemente ed ampiamente disattesa come anche i regolamenti interni».
«Ci troviamo di fronte ad una serie di episodi gravissimi – conclude Fratoianni – resi ancor più gravi dall’appartenenza alle forze dell’ordine dell’autrice. E non si tratta certo della manifestazione di libere opinioni, ma offese, insulti, minacce, parole di odio, con profili di natura penale e disciplinare. E’ evidente che l’appartenenza alla Polizia di Stato è incompatibile con tali manifestazioni di odio».