GROSSETO – “Ci invita a non sparare nel mucchio, e poi cita a sproposito i voucher per provare a crocifiggerci. Dal presidente della Fipe-Confcommercio, Danilo Ceccarelli, ci saremmo aspettati almeno la tutela delle imprese sane che utilizzano tirocini e stage in modo corretto, prime vittime di quelle che abusano di questi strumenti”. A parlare Claudio Renzetti, segretario della Cgil di Grosseto.
“Evidentemente Ceccarelli pensa che la Cgil sia stata portata a valle dalla piena dell’Ombrone – prosegue -. Ma sbaglia in modo grossolano. Perché non parliamo a vanvera, e se usciamo su un tema lo facciamo citando dati, numeri e utilizzando fonti affidabili”.
“Per capirsi. La Cgil sa benissimo chi sono e dove lavorano le persone sfruttate con l’utilizzo improprio di tirocini e stage – va avanti Renzetti -. Quello che manca, e che chiediamo alla Regione Toscana, è lo strumento per sanzionare queste pratiche scorrette di vero e proprio dumping sociale, che mortificano i nostri giovani e danneggiano le molte imprese serie che agiscono nel rispetto della legge e dell’etica, quelle che subiscono una concorrenza sleale sul costo del lavoro”.
“Oppure ci stiamo inventando tutto? E siamo solo noi del sindacato ad avere allucinazioni collettive? Vedendo centinaia di ragazze e ragazzi – continua il segretario – che negli ultimi dieci anni si sono avvicendati continuamente, svolgendo il ruolo di cassieri, commessi, addetti agli scaffali, lavapiatti, giardinieri, addetti ai parcheggi e quant’altro, in un turn over senza sosta, di sei mesi in sei mesi, senza mai arrivare a un contratto a tempo indeterminato? Una giostra indegna, dove si passa da un tirocinio a un apprendistato, e poi si torna da capo come nel gioco dell’oca”.
“Infine – afferma Renzetti -, un chiarimento Ceccarelli se lo merita anche sui voucher. Perché se vuole giocare al gioco della demagogia, è bene sappia che ha sbagliato interlocutore. Citando un intervento di Boeri di qualche anno fa, Ceccarelli prova a sparare nel mucchio imputando genericamente ai sindacati l’utilizzo dei voucher. Peraltro dicendo una frescaccia, perché nonostante all’epoca il voucher fosse strumento legittimo, la Cgil non li ha mai utilizzati per retribuire nessun lavoratore attivo. Unico caso per le prestazioni di pochi pensionati di Bologna”.
“Ma visto che l’argomento lo ha tirato fuori lui, lo sfido senza problemi anche a un confronto pubblico – dichiara Renzetti -, nel corso del quale sono sicuro saprà spiegare, a noi e a ogni maremmano, come mai da quando è diventato obbligatorio comunicare giornalmente con un sms preventivo l’utilizzo dei voucher il loro utilizzo è crollato dell’80%. Sarà mica perché, come succedeva prima che la Cgil si mobilitasse, era più comodo comprarli dal tabacchino senza nemmeno comunicare il nome dell’acquirente e tenerne una paccata nel cassetto, in modo da tirarli fuori alla bisogna in caso di controlli, utilizzandoli per coprire il lavoro nero?”.
“Capisco, d’altra parte, l’allergia all’eccesso di burocrazia – ancora il segretario Cgil -. Certo che, per non sparare nel mucchio, è un po’ complicato sostenere che inviare un sms costituisca un carico burocratico insopportabile”.
“Noi della Cgil – conclude Claudio Renzetti -, ad ogni modo, non demordiamo, e continueremo con la serenità e la determinazione di sempre a combattere precarietà e sfruttamento e a chiedere giuste retribuzioni per il lavoro, tutelando così quella gran parte di imprenditori onesti ed eticamente corretti che anche per noi sono una risorsa, non certo un problema”.