GROSSETO – La Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali correlati (Commissione Ecomafie) ha concluso la sua missione in Toscana. Gli approfondimenti della Commissione si sono concentrati su due temi principali: la gestione dei «gessi rossi» di Scarlino e la contaminazione da mercurio del fiume Paglia.
La delegazione della Commissione, composta dal presidente Stefano Vignaroli e dai deputati Chiara Braga (PD), Giovanni Vianello (M5S) e Alberto Zolezzi (M5S), il 19 febbraio ha svolto un sopralluogo presso la cava di Montioni dove vengono conferiti i gessi rossi nell’ambito di un’azione di ripristino ambientale.
La Commissione nella sua relazione sulla Toscana approvata nella precedente legislatura si era già occupata della questione, portando alla luce criticità connesse all’utilizzo del rifiuto gessi rossi (composto unendo gli scarti di produzione del biossido di titanio a Scarlino con i residui di lavorazione del marmo di Carrara) per opere di ripristino ambientale.
Nel pomeriggio del 19 febbraio la Commissione ha svolto una serie di audizioni presso la Prefettura di Grosseto.
La Commissione ha sentito il prefetto di Grosseto Fabio Marsilio, il procuratore della Repubblica reggente Maria Navarro, il comandante dei Carabinieri forestali Alessandra Baldassarri e dei Carabinieri Noe Umberto Centobuchi, il direttore generale di Arpa Toscana Marcello Mossa Verre, accompagnato dai tecnici dell’agenzia. Sono stati inoltre ascoltati l’assessore regionale all’Ambiente Federica Fratoni, il sindaco di Scarlino Francesca Travison e il commissario del Comune di Follonica Alessandro Tortorella, i rappresentanti di comitati di cittadini.
Il prefetto ha riferito in merito alla percezione delle questioni ambientali da parte dei cittadini. Sul tema dei gessi rossi, ha spiegato che il tempo stimato di esaurimento della cava di Montioni è pari a uno-due anni: secondo quanto riferito, il fatto che al momento non sia stato individuato un altro sito per il conferimento rischia di far aumentare il livello di perplessità da parte dei cittadini.
La procuratrice Navarro e i comandanti di Carabinieri forestali e Noe hanno riferito in merito alle attività investigative e alle inchieste del passato sui gessi rossi e l’area dell’Amiata.
I rappresentanti di Arpa Toscana hanno esposto i dettagli relativi all’accordo di programma che ha portato al progetto di ripristino ambientale della cava di Montioni attraverso i gessi rossi. Gli auditi hanno inoltre riferito in merito all’estrazione e lavorazione di cinabro sull’Amiata, evidenziando come il «rosticcio», ossia la roccia di scarto dei processi produttivi del mercurio, sia in molti casi confluita attraverso i ruscellamenti nei corsi d’acqua.
I rappresentanti di Arpa Toscana hanno inoltre fornito informazioni sulle attività di monitoraggio svolte con Arpa Umbria e Arpa Lazio. Secondo quanto riferito dagli auditi, i monitoraggi hanno al momento fatto emergere che il mercurio è presente nei sedimenti del fiume Paglia e la contaminazione si espande poi sia con le esondazioni, sia soprattutto attraverso il flusso stesso dei corsi d’acqua verso il Tevere. Sempre secondo quanto dichiarato dagli auditi, si stanno facendo analisi sui pesci per valutare la contaminazione da mercurio del biota e la sua presenza nella catena alimentare. Secondo quanto dichiarato, sono in corso indagini per valutare l’estensione della contaminazione da mercurio e se le ex miniere siano allo stato attuale una fonte attiva di contaminazione. Dall’audizione è emerso che l’obiettivo ultimo del monitoraggio è individuare e metter in campo delle azioni di gestione dell’inquinamento.
L’assessore Fratoni ha fornito alcune indicazioni generali sulle due questioni oggetto della missione. Il sindaco Travison ha riferito sulla cava di Montioni. Il commissario Tortorella ha spiegato che a novembre 2019 è stato presentato, da parte di un’associazione ambientalista, un ricorso amministrativo per la sospensiva di provvedimento del Comune di Follonica sui conferimenti dei gessi rossi alla cava di Montioni.
I rappresentanti dei comitati hanno riferito in merito alla contaminazione della falda acquifera della piana di Scarlino, spiegando come non sia ancora stata conclusa la caratterizzazione. Gli auditi hanno inoltre evidenziato come a loro avviso debba essere fatta una riflessione sull’uso dei gessi rossi in agricoltura, sulle deroghe ad essi concessi per il loro impiego nel ripristino ambientale e sull’individuazione di un sito adeguato per il loro conferimento. Secondo gli auditi, la cava della Bartolina, dove in base ad alcune ipotesi potrebbero essere conferiti i gessi rossi dopo l’esaurimento della cava di Montioni, non sarebbe idonea.
Nella mattinata del 20 febbraio, la Commissione ha svolto sopralluoghi presso la ex miniera di cinabro di Bagnore e il vicino ex sito di lavorazione del cinabro. La Commissione ha inoltre visitato la centrale geotermica di Bagnore. La Commissione ha incontrato i sindaci di Arcidosso Jacopo Marini e di Santa Fiora Federico Balocchi, che hanno illustrato le criticità ambientali dell’area dell’Amiata. A seguire, la delegazione della Commissione ha tenuto un incontro anche con i rappresentanti di alcuni comitati.
«Grazie a questa missione in Toscana abbiamo acquisito informazioni aggiornate su due questioni di interesse della Commissione: la gestione dei gessi rossi di Scarlino e la contaminazione del fiume Paglia, che nasce nell’area dell’Amiata ma interessa poi anche i territori dell’Umbria e del Lazio. Il lavoro di approfondimento va avanti per avere un quadro informativo completo che ci permetta di relazionare in merito al Parlamento. Vogliamo per esempio tracciare un quadro completo delle bonifiche delle ex miniere di cinabro dell’Amiata e acquisire altre informazioni in merito ai monitoraggi svolti sui gessi rossi. Sentiremo di nuovo in audizione i rappresentanti di Arpa Toscana e l’assessore regionale all’Ambiente», dichiara il presidente della Commissione Stefano Vignaroli.