FIRENZE – “Riteniamo doveroso che nell’affrontare la delicata tematica relativa al Coronavirus, non si debbano usare due pesi e due misure (il caso dell’italiano contagiato a Lodi, testimonia ulteriormente il potenziale rischio in essere anche per il nostro Paese)”. affermano in una nota tutti i parlamentari ed i consiglieri regionali della Lega eletti in Toscana.
La nota è a nome dei senatori Tiziana Nisini, Rosellina Sbrana, Manuel Vescovi, degli onorevoli Simone Billi, Claudio Borghi, Susanna Ceccardi, Donatella Legnaioli, Mario Lolini, Guglielmo Picchi, Manfredi Potenti, Edoardo Ziello e dei consiglieri regionali Elisa Montemagni, Jacopo Alberti, Marco Casucci, Luciana Bartolini e Roberto Biasci.
“Ci riferiamo al fatto – proseguono gli esponenti leghisti – che, mentre nostri connazionali sono stati sottoposti ad una giusta quarantena presso il Centro sportivo militare della Cecchignola, alle porte di Roma, in Toscana, alcune migliaia di cinesi di ritorno dal loro Capodanno sono solo invitati e non obbligati a presentarsi presso un ambulatorio ubicato nella zona industriale di Firenze, messo in piedi in fretta e furia, tra il giusto sconcerto di chi lavora nei paraggi”.
“Apprezziamo -precisano i rappresentanti del Carroccio – lo sforzo che sta facendo la Cina sul suo territorio, mentre ribadiamo la nostra forte perplessità riguardo alle misure adottate dal Presidente Rossi e dall’Assessore Saccardi, per noi assolutamente non idonee allo scopo che si prefiggono”.
“Per tale motivo stiamo verificando l’opportunità di produrre un esposto nei confronti dello stesso Governatore e del citato Assessore che potrebbero essere tacciati di comportamenti gravemente omissivi riguardo alle azioni di contenimento di un ipotetico diffondersi del virus anche nella nostra regione.”
“Oltre a ciò – conclude la nota della Lega – condanniamo apertamente il farneticante post di Rossi che offende noi e tutti coloro i quali votano il nostro partito, affermando che ‘chi lo attacca è un fascioleghista’. Per questa inaccettabile frase, non escludiamo, dunque, una querela”.