SCANSANO – 25 tra infermiere e fisioterapiste rischiano di perdere il lavoro. La Rsa san Giovanni, a Scansano, rischia infatti la chiusura. La struttura, che ospita 36 persone, e che è di proprietà della Asl, avrebbe bisogno di interventi importanti, per un ammontare di quasi due milioni di euro. Cifre importanti, che ne mettono a rischio la sopravvivenza.
Ieri sera il sindaco, Francesco Marchi, ha organizzato un’assemblea pubblica, al teatro Castagnoli di Scansano, per parlare dei problemi della struttura (che ospita anche il distretto sanitario). La residenza dovrebbe essere adeguata sia alle norme antincendio (con un investimento da 700 mila euro), sia a quelle antisismiche (per ulteriori un milione 200 mila euro). Problemi che ci sarebbero da tempo, ma che in questi anni non sono stati affrontati. «tra l’altro – precisa chi ci lavora – i letti non passano dalle porte».
La Rsa è gestita, come quella del Pizzetti e anche il diurno di Castel del Piano, da una cooperativa di Siena, la Mediterranea, che nel 2019 si è vista prorogare la convenzione per la gestione sino al 2021. Da questa cooperativa dipendono 25 persone, perlopiù donne monoreddito, con un’età media di 50 anni, oltre a loro altre 6-7 persone che gravitano a vario titolo attorno alla struttura, per le pulizie e il servizio mensa. Tutte persone particolarmente preoccupati per il proprio futuro.
«Questa però non è una novità – raccontano alcune lavoratrici – sono anni che la struttura avrebbe bisogno di adeguamenti che potevano essere fatti un tanto all’anno. Tra l’altro quando, qualche anno fa, fu venduta la farmacia comunale, quanto ricavato doveva essere impegnato nel sociale, si disse per la costruzione di una nuova struttura, o per l’adeguamento di quella attuale.ma questo non è stato fatto».
«Una eventuale chiusura è ancora più assurda se si pensa alla carenza di posti che c’è in questo settore in provincia di Grosseto. Al Pizzetti c’è una struttura di eccellenza per l’alzheimer che potrebbe ospitare 30 anziani e invece al momento, chissà perché, ce ne sono solo 15. Tra l’altro la struttura di Scansano era una di quelle più economicamente accessibili rispetto a quelle disponibili» racconta chi ci lavora.
I rumors parlano però di una doppia alienazione: non solo di Scansano, ma anche della struttura al Pizzetti, che passerebbero così in capo al Coeso. Ma non è chiaro se questo “passaggio” porterebbe a spostare gli ospiti altrove, e dove.
Nessuno ha parlato ufficialmente di chiusura, anzi, il sindaco ieri sera ha proposto una petizione per mantenere aperta la struttura. Certo è che l’investimento da fare sarebbe veramente consistente. Vero è che nel bilancio previsionale Asl risulterebbero somme stanziate proprio per l’ammodernamento delle Rsa, c’è però da chiedersi se queste somme riguardino anche la provincia di Grosseto o solo Siena e Arezzo.
Oltre alla Rsa nell’edificio trovavano posto il 118 (già trasferito altrove) e i poliambulatori che però richiedono altre norme di adeguamento e dunque potrebbero continuare a funzionare nella struttura, oltre alla Guardia medica.
I problemi dunque sono due: dove verranno spostati gli anziani ospiti (e la conseguente carenza di posti letto in provincia) e soprattutto le lavoratrici della Rsa, che si ritroverebbero, in pochi mesi, senza lavoro, ad un’età in cui non è facile poi rientrare nel mondo del lavoro. Nei prossimi giorni i sindacati dovrebbero incontrare anche la Asl, con il direttore Antonio D’Urso e la Regione.