MANCIANO – Le scuole superiori rappresentano un fondamentale presidio culturale. Alle scuole in generale, e a quelle superiori in particolare, spetta, infatti, un importante compito di formazione e informazione, documentazione e conoscenza, grazie alle quali le giovani generazioni possono vivere consapevolmente i diritti sanciti dalla Costituzione, comprendere il valore della convivenza e sperimentare il senso del rispetto reciproco, a partire dall’articolo 3 della nostra Costituzione: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.»
La celebrazione della Giornata della Memoria è uno dei momenti fondamentali di questo percorso di formazione di una coscienza civile demandato alle scuole superiori. Va in questo senso, dunque, la manifestazione organizzata dagli allievi e dai docenti dell’Istituto tecnico e del Liceo scientifico il 3 febbraio 2020, al Cinema Moderno di Manciano, aperta all’intera comunità mancianese.
Protagonisti assoluti della manifestazione Elena Servi, presidentessa dell’associazione “La piccola Gerusalemme” di Pitigliano, e Francesco Sonno che hanno offerto le loro emozionanti testimonianze ai ragazzi e a tutti gli intervenuti che hanno ascoltato in silenzio, con attenzione e partecipazione.
Elena Servi, insegnante in pensione, da anni custode della memoria della comunità ebraica di Pitigliano, era una ragazzina quando furono emanate le leggi razziali che privavano gli ebrei di ogni diritto. A otto anni fu espulsa dalla scuola. Fu il padre, che aveva combattuto nella Prima guerra mondiale, a comunicarle che da quel giorno non avrebbe potuto più frequentare la scuola, né giocare con le coetanee non ebree.
Dopo l’occupazione nazista dell’Italia e la formazione della Repubblica di Salò, cominciarono i massicci rastrellamenti antiebraici che alimentavano la deportazione verso i campi di sterminio diffusi in tutta l’Europa centro-orientale. In questo contesto, nel novembre del ’43, la famiglia Servi fu costretta ad abbandonare la propria casa e fuggire da Pitigliano, trovando dapprima rifugio presso contadini pitiglianesi. Dal gennaio del ’44, i Servi trovarono rifugio presso la tenuta di Mezzano, di cui era fattore Fortunato Sonno, che inizialmente li fece ospitare dai contadini dei poderi della fattoria e infine, li nascose per tre mesi in una grotta. Fortunato Sonno è stato poi riconosciuto “Giusto tra le nazioni” dallo Yad Vashem. Suo figlio Francesco Sonno, che all’epoca aveva la stessa età di Elena, ha raccontato l’incontro con la famiglia Servi e gli accorgimenti utilizzati per proteggerli.
Rispondendo a quanti oggi propagandano il negazionismo, Elena Servi, con i toni pacati che la caratterizzano, ha ricordato ed elencato le persone reali da lei conosciute sparite nell’orrore dei campi. Perché “questo è stato”, come scriveva Primo Levi. E ha concluso difendendo il valore della Giornata della Memoria che non serve a istigare l’odio, ma ad affermare un sacrosanto principio, più che mai attuale: la differenza e l’alterità sono una ricchezza, un valore aggiunto e contribuiscono alla crescita delle comunità locali.
L’incontro è stato introdotto da Enzo Sbrolli, dirigente scolastico, e coordinato da Lucio Niccolai, presidente della sezione Anpi di Manciano.
Gli allievi dell’Iti, guidati da Camilla Penni hanno preparato e proposto una serie di opportune e stimolanti domande, alle quali la signora Servi ha risposto puntualmente; gli allievi dei due Istituti, guidati da Giacomo Riva e da Rossella Rosati, hanno presentato canzoni, letto documenti e riflessioni.
Sono intervenuti, tra gli altri, Valeria Bruni, assessore del Comune di Manciano per i saluti istituzionali, e Franco Dominici, storico e ricercatore del territorio.