GROSSETO – Ha patteggiato la pena di due anni di reclusione, con la condizionale, il pirata della strada che il 12 aprile 2019 ha travolto e ucciso sull’Aurelia un pedone, il sessantenne di origine marocchina Ahmed Raji, con regolare permesso di soggiorno, residente a Grosseto. L’uomo era stato investito sull’Aurelia, all’uscita della città. L’investitore è stato rintracciato a tempo di record.
«La tragedia si è consumata alle 10 di sera. L’investitore, 82 anni, di Magliano in Toscana, stava procedendo sulla Statale Aurelia in direzione Roma quando ha investito in pieno Raji, che si trovava all’altezza della linea di mezzeria – afferma lo Studio3A che assiste la famiglia della vittima -. Il pedone, caricato sul cofano, e dopo aver sbattuto contro il parabrezza, è stato visto letteralmente volare, a quanto riferito da altri automobilisti di passaggio, ed è rovinato sull’asfalto: inutili i tentativi di rianimarlo da parte dei sanitari del Suem, accorsi dopo pochi minuti, troppo gravi i politraumi riportati. Ai medici non è rimasto che constatare il decesso. Ma, fatto altrettanto grave, l’investitore non si è fermato a prestare soccorso e ha tirato diritto, dileguandosi.
«Gli agenti della polizia municipale di Grosseto, intervenuti in loco per i rilievi, con il supporto dei carabinieri hanno immediatamente iniziato la “caccia” al pirata, con l’ausilio delle telecamere attive lungo l’Aurelia hanno estrapolato la lista dei passaggi delle targhe dei mezzi transitati in uscita dalla città di Grosseto in quel lasso di tempo e, assieme ai militari, sono andati a controllarle a una a una finché, a tempo di record (all’1.45 di quella stessa notte), hanno scoperto che la vettura, regolarmente parcheggiata nella corte interna della sua abitazione, presentava il parabrezza infranto sul lato del conducente, chiara conseguenza del terribile impatto della testa del pedone, e il paraurti anteriore distrutto».
«A quel punto l’ottantaduenne ha ammesso le sue responsabilità ed è stato indagato per il reato di omicidio stradale con l’aggravante della fuga – prosegue -. E’ stato riconosciuto il concorso di colpa della vittima, che procedeva lungo la mezzeria, ma ciò non ha fatto venire meno le pesanti responsabilità dell’indagato, “per aver urtato violentemente con la parte sinistra dell’auto la vittima provocandogli gravi lesioni cranico-encefaliche e osteo-viscerali-toraciche che ne determinavano immediatamente il decesso, dandosi successivamente alla fuga – scrive il Pubblico Ministero della Procura di Grosseto titolare del relativo procedimento penale, il dott. Giovanni De Marco -, per colpa dovuta a negligenza, imprudenza, imperizia e violazione delle norme sulla disciplina stradale”: in particolare, l’art. 141 primo comma del Codice della Strada, che fa obbligo di regolare sempre la velocità sulla base delle caratteristiche e delle condizioni della strada e del traffico e di ogni circostanza di qualsiasi natura, onde scongiurare ogni pericolo per la sicurezza delle persone. Gli altri automobilisti in transito, infatti, il pedone l’avevano visto ed evitato.
«Questa assunzione di responsabilità sbloccherà la trattativa con la compagnia di assicurazione della vettura per risarcire adeguatamente i familiari della vittima: Ahmed Raji ha lasciato la moglie, una figlia e diversi fratelli che vivono in Marocco».