GROSSETO – Lo storico marchio di Latte Maremma con i suoi pini e le sue mucche al pascolo che ha accompagnato generazioni di consumatori toscani sarà sostituito da una nuova brand identity. Il preludio di un anno ricco di novità. A raccontarcelo è lo stesso presidente del Consorzio produttori, Fabrizio Tistarelli, che dichiara: “Sarà un anno importantissimo. Oserei dire strategico. Ci stiamo rinnovando completamente sia in termini di prodotto che commerciali. Ma quello che balzerà evidentemente agli occhi di tutti sarà il cambio del nostro storico logo con un altro più in linea con questa nuova fase e che farà da apripista a una importante campagna di comunicazione e marketing totalmente innovativa e che ci farà fare un salto avanti nel futuro. I tempi sono maturi”.
“La qualità, la salubrità e l’origine del cibo sono temi che negli ultimi anni hanno acquistato un proprio spazio mediatico sempre più preponderante. Rimbalzano qua e là notizie su grano canadese, pomodoro cinese, olio tunisino, nocciole turche che innescano reazioni a catena di consumatori sempre più preoccupati per il proprio benessere. Dunque il cibo, come è fatto e da chi è fatto pare essere tornato al centro dell’attenzione per poi essere premiato nelle scelte d’acquisto”.
“La massiva industrializzazione del settore Food – prosegue Tistarelli – che ha visto l’accentramento in grandi gruppi, spesso di proprietà straniera, agiscono in un’ottica di profitto su larga scala che ben poco si cura della loro storia d’origine o di ciò che rappresenta nell’immaginario collettivo. Il nostro Consorzio di produttori si è chiamato fuori da queste logiche e lotta quotidianamente dal 1961 per garantire un prodotto legato al proprio territorio. Certamente non è semplice e né facile ma abbiamo intenzione di continuare a lottare e a investire per non finire schiacciati dalla globalizzazione.”
Dunque, secondo il presidente del Consorzio produttori Latte Maremma “la strada da percorrere è quella contraria alle logiche che vedono l’approvvigionamento delle materie prime per fare cibo non più dai propri territori di origine ma dai mercati internazionali perché più vantaggiosi economicamente. Sentiamo tutta la responsabilità di chi ci ha preceduto – conclude Tistarelli – e della necessità di tutelare il territorio e il lavoro della nostra terra. Ma oggi è arrivato il momento di comprendere che per stare sul mercato a nome della Maremma si deve avere il coraggio di non pensare più da “piccoli” ma lottare per affermarsi non solo con la qualità ma anche con il linguaggio. Gli spazi ci sono e dobbiamo solo andare ad occuparli.”