GROSSETO – 26 le morti accertate, città in quarantena, limitazioni di voli da e verso la Cina: ma cos’è il virus che sta preoccupando il mondo?
Il coronavirus, in gergo medico 2019-nCoV, è stato identificato per la prima volta alla fine dello scorso anno nella città di Wuhan, nella Cina centrale.
Virus cugino della Sars e della Mers, di questo si sa ancora pochissimo. È però possibile tracciarne un primo generico identikit, individuando proprio gli aspetti comuni dei coronavirus. Si tratta, come si legge nel focus messo a punto dall’Istituto superiore di sanità, di un’ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie. Sono chiamati così per le punte a forma di corona presenti sulla loro superficie.
I coronavirus sono comuni in molte specie animali (sia mammiferi che uccelli) ma in alcuni casi, se pur raramente, possono evolversi e infettare l’uomo per poi diffondersi nella popolazione.
I coronavirus umani conosciuti ad oggi sono sette, alcuni identificati nella prima meta’ degli anni Sessanta, altri nel nuovo millennio: 229E (coronavirus alpha), NL63 (coronavirus alpha), OC43 (coronavirus beta), HKU1 (coronavirus beta), e poi i più celebri, MERS-CoV (il coronavirus beta che causa la Middle East respiratory syndrome), SARS-CoV (il coronavirus beta che causa la Severe acute respiratory syndrome), e infine 2019 Nuovo coronavirus (2019-nCoV).
I sintomi più comuni di un’infezione da coronavirus nell’uomo sono i tipici dell’influenza: febbre, tosse, mal di testa, gola infiammata, stato di malessere, raffreddore o altri problemi alle vie respiratorie. Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, bronchite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e, nell’ipotesi peggiore, la morte. I sintomi più gravi sono rintracciabili principalmente nelle persone con preesistenti patologie croniche dell’apparato cardio-vascolare e/o respiratorio, e soggetti con un sistema immunitario indebolito, nei neonati e negli anziani.
La maggior parte dei contagiate e morti in Cina, infatti, erano persone avanti con l’età: otto avevano più di ottant’anni, due erano sui settanta, cinque sui sessanta e uno sui cinquanta. I più giovani erano una donna di 48 anni, che però aveva precedenti problemi di salute, e un uomo di 36 anni, che non aveva mai riscontrato precedenti problemi di salute. Le donne morte sono quattro, il resto sono uomini.
Senza allarmismi, è comunque molto importante, nel caso si verifichino sintomi, informare il proprio medico di eventuali viaggi o di recenti contatti con animali (per esempio viaggi nei Paesi della penisola arabica o contatti con cammelli o prodotti a base di cammello).
I coronavirus umani si trasmettono da una persona infetta a un’altra attraverso: la saliva, tossendo e starnutendo; contatti diretti personali (come toccare o stringere la mano e portarla alle mucose); toccando prima un oggetto o una superficie contaminati dal virus e poi portandosi le mani (non ancora lavate) sulla bocca, sul naso o sugli occhi; contaminazione fecale (raramente).
Non esistono trattamenti specifici per le infezioni causate dai coronavirus e non sono disponibili, al momento, vaccini per proteggersi dal virus. La maggior parte delle persone infette guarisce spontaneamente.
Tuttavia, spiega l’Istituto superiore della sanità, è possibile ridurre il rischio di infezione seguendo alcuni accorgimenti: lavarsi spesso le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi o con soluzioni alcoliche; starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso; utilizzare una mascherina e gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l’uso; evitare di toccare gli occhi, il naso o la bocca con mani non lavate; evitare contatti ravvicinati con persone che sono malate o che mostri sintomi di malattie respiratorie (come tosse e starnuti); rimanere a casa se si hanno sintomi; fare attenzione alle pratiche alimentari (evitare carne cruda o poco cotta, frutta o verdura non lavate e le bevande non imbottigliate); pulire e disinfettare oggetti e superfici che possono essere state contaminate.
Naturalmente le raccomandazioni sono utili soprattutto per chi deve viaggiare in Cina, almeno al momento.
Dobbiamo preoccuparci? Per il momento no, sostiene il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che nel suo rapporto più recente indica come “bassa” la probabilità che il coronavirus possa raggiungere l’Unione europea, anche se non può essere completamente esclusa.