MONTEROTONDO MARITTIMO – Sul caso Termine il Pci prima di scrivere ed esprimere una posizione «ha voluto capire e documentare, attraverso gli atti pubblici e le norme di riferimento, come stanno le cose che sinteticamente riportiamo».
«Comune di Campiglia Marittima. A giugno 2017 il comune emette un bando pubblico per l’assunzione di un istruttore amministrativo di categoria D. Al concorso partecipano 99 candidati. Dopo le prove nel settembre 2017 viene redatta graduatoria composta da 6 idonei tra i quali Giacomo Termine».
«Comune di Gavorrano. Il comune con delibera di giunta del settembre 2017, approva il regolamento degli uffici e dei servizi nel quale si prevede “l’utilizzo di graduatorie di altri enti e l’assunzione di una figura di categoria D”. A febbraio 2018, attingendo dalla graduatoria di Campiglia, il comune procede all’assunzione di Termine» prosegue la segreteria Pci federazione di Grosseto.
«Comune di Piombino. Con delibera di Giunta del marzo 2018 vengono previste assunzioni a tempo indeterminato, tra le quali un posto di categoria D1 (retribuzione pari ad € 36.531,18). Con atto del dirigente di Piombino del maggio 2018, viene pubblicato avviso di mobilità volontaria per la copertura del posto di categoria D. A detto avviso non parteciperà nessuno».
«Il comune di Piombino con determina dirigenziale del 18/12/2018, procede quindi all’assunzione di Giacomo Termine a far data dal 31/12/2018, attingendo dalla graduatoria del comune di Campiglia. Nella determina di legge testualmente: “Di assumere in servizio a tempo indeterminato, previo periodo di prova di sei mesi, per i motivi sopra indicati con decorrenza 31/12/2018 il dottor Giacono termine nato a Genova il 06/01/1989 in qualità di Istruttore Direttivo Amm.vo Cat. D Pos. Ec. D1”».
«A proposito del periodo di prova: il periodo di prova negli enti pubblici ha la durata di 6 mesi che possono essere prorogati nei casi previsti dalla legge. Rappresenta una garanzia per il datore di lavoro e per il dipendente poiché consente ad ambo le parti oggettive valutazioni per stabilire se vi sono volontà di stabilizzazione definitiva nel servizio».
«L’articolo 20 del Contratto di lavoro degli enti locali, prevede testualmente al comma 10 che “Il dipendente a tempo indeterminato, vincitore di concorso presso altro ente o amministrazione, durante il periodo di prova, ha diritto alla conservazione del posto, senza retribuzione, presso l’ente di provenienza per un arco temporale pari alla durata del periodo di prova formalmente prevista dalle disposizioni contrattuali applicate nell’amministrazione di destinazione. In caso di mancato superamento della prova o per recesso di una delle parti, il dipendente stesso rientra, a domanda, nella categoria e profilo professionale di provenienza”» continua la nota.
«L’eventuale non superamento del periodo di prova deve essere motivato dall’Amministrazione. Le motivazioni addotte da parte del sindaco di Piombino, da quanto si apprende dai giornali, sono relative all’impossibilità di effettuare una valutazione oggettiva sul dipendente Termine per la sua stabilizzazione».
«Quel sindaco, al di là della collocazione politica, ha applicato una norma prevista da una legge, il contratto. Si è poi gridato allo scandalo spostando la questione su un altro piano con accuse di discriminazione politica da parte del sindaco di Piombino. Per il Pci chiarezza e risposta le potrà dare solo il giudice del lavoro che valuterà non l’aspetto politico ma il sostanziale rispetto delle norme contrattuali».
«Se poi ci sono state discriminazioni politiche, dovranno essere dimostrate da Termine e, qualora abbiano fondamento, a nostro avviso, dovranno essere oggetto di procedure non del lavoro o civili ma avranno risvolti addirittura penali. Una certezza però c’è: Giacomo Termine non perde il posto di lavoro. L’obbligo stabilito dal contratto nazionale di conservazione del posto presso l’amministrazione di Gavorrano è una cosa certa. Pertanto Termine dovrà essere reintegrato con la stessa categoria e profilo per il quale è stato assunto nel comune metallifero».
«Qualora poi Termine non avesse superato il periodo di prova a Gavorrano, ma queste sono supposizioni, il problema si porrà nuovamente e per questo, sempre nel rispetto delle norme, si aprono nuove strade. Una è quella dell’aspettativa non retribuita che gli consente di avere la piena indennità di sindaco prevista per legge, compresa tra i 1350 e i 1450 euro lordi, l’accantonamento di TFR e il pagamento dei contributi spettanti che saranno a carico del comune di Monterotondo. Questa ipotesi non è equiparabile a quanto percepirebbe nel caso non prendesse aspettativa il cui importo sarebbe dato dalla somma dell’intero importo dello stipendio percepito nel comune di Gavorrano al quale si aggiungerebbe il 50% dell’indennità di sindaco».
«Il problema di carattere legislativo resta per intero perché c’è un vuoto che rischia di creare falle sul diritto indiscutibile di svolgere il proprio mandato amministrativo e quello di rispettare il diritto – dovere della prova. Come Pci crediamo che si debbano placare gli animi e razionalmente vivere con maggiore serenità la questione senza usarla per strumentalizzazioni politiche di parte».
«Si devono affrontare i temi che Termine involontariamente ha fatto emergere, nel rispetto delle norme di diritto sul lavoro e sulla possibilità di poter esercitare ruoli istituzionali da parte di tutti i cittadini, eliminando quelle lacune che il caso ha evidenziato».
«Crediamo sia opportuno non creare drammi ed estendere a tutte le altre situazioni di precariato, sfruttamento, violazione delle norme di diritto sul lavoro la stessa determinazione, convinzione, pressione mediatica usate nel caso Termine. In Italia e nel nostro comprensorio sempre più spesso famiglie e generazioni di giovani sono messe in ginocchio perché perdono o non hanno lavoro non avendo le stesse opportunità, lo stesso sostegno e la stessa fortuna del sindaco di Monterotondo» afferma il Pci.
«Proprio per questo cominciamo da Piombino e partecipiamo alla manifestazione prevista per il giorno 11 gennaio perché sempre nel periodo natalizio, 250 lavoratori sono stati licenziati ed hanno bisogno del sostegno di tutti anche perché nessun altro posto di lavoro li aspetta».