FOLLONICA – “Terminata la penosa vicenda del ricorso al Tar, che ha di fatto confermato gli errori non formali, ma sostanziali, compiuti nello scrutinio delle schede e la leggerezza con la quale a Follonica, sia prima che dopo, si sono trattate le regole precise ed indiscutibili che pure vigono in materia, tra pochi mesi si torna al voto per eleggere il sindaco. Per il Pci la scelta sarà tra il candidato di destra-centro ed il candidato del centro-destra: non si tratta di un errore di scrittura, né di un refuso. È proprio così”. Lo scrive, in una nota, la segreteria Pci Federazione Grosseto.
“La coalizione che sostiene Massimo Di Giacinto è costituita infatti dalla destra-centro, mentre Andrea Benini, in buona sostanza, è il candidato del Pd, ovvero di un partito che, ormai da tempo, non ha più niente a che vedere con un partito di sinistra – spiegano dal Pci -. Il Pd ed i suoi immediati predecessori si sono venduti l’anima, aderendo di fatto al ‘pensiero unico’ nella versione neo-liberista, rinunciando del tutto ai principi ed ai valori storici della sinistra. E allora, se entrambi i candidati sono sostanzialmente espressione dello stesso, sia pur diversamente articolato, pensiero di destra, la scelta sarà ancora una volta tra ‘la zuppa e il pan bagnato'”.
“Secondo il Pci non è più il tempo di optare per il male minore – si legge ancora nella nota -. Basta con il dare forza e rappresentatività a chi negli ultimi 20 anni ha tolto i diritti ai lavoratori e li ha impoveriti, basta con lo scegliere il “meno peggio”, perché a forza di scegliere il meno peggio abbiamo ottenuto il peggio”.
“Di Giacinto e Benini – prosegue il Pci – sono due varianti dello stesso tema, due facce della stessa medaglia, e perciò questa medaglia va rifiutata e gettata a terra, il che vuol dire non prender parte a questa competizione che non vede in campo candidati davvero di sinistra.
Lasciamo quindi che il sindaco se lo scelga chi sostiene che quello di oggi sia il miglior sistema sociale possibile, che con il liberismo, classico o neo che sia, è possibile perseguire la redistribuzione del reddito e della ricchezza, nell’interesse del popolo e dei lavoratori”.
“Lasciamoli soli – conclude il Pci -, non diamo maggior rappresentanza a chi vincerà, ma proviamo piuttosto a ricostruire una vera alternativa al pensiero imperante, che riproponga il tema della giustizia sociale come prioritario, nella convinzione che il capitalismo non è l’unica via e che un altro mondo, profondamente diverso e migliore, è possibile”.