GROSSETO -“Dispiace che Giacomo Termine abbia scelto la strada della disinformazione come metodo nella sua breve esperienza politica. Da un giovane politico ci si aspetterebbe un maggiore rigore etico, ed invece, già nei suoi primi passi da segretario del Pd, sembra trovarsi a suo agio nel dileggiare una istituzione, la Provincia, della quale fa parte come componente dell’Assemblea dei sindaci”. A parlare Antonfrancesco Vivarelli Colonna, presidente della Provincia di Grosseto, dopo l’attacco di ieri di Termine sulla questione della tassa sui passi carrabili..
“C’è da aggiungere che il giovane Termine brilla, purtroppo, come primo tra gli assenteisti in quanto non ha mai partecipato all’assemblea, rinunciando di fatto a partecipare democraticamente alla definizione delle politiche del territorio – continua il presidente -. A questo, evidentemente, il giovane Termine preferisce altri strumenti e luoghi per fare carriera politica”.
“Se fosse stato presente ai lavori della Provincia, come altri sindaci, saprebbe che è stata proprio l’assemblea ed il Consiglio provinciale, non il suo presidente, a reintrodurre l’applicazione della Cosap – prosegue Vivarelli Colonna -. Tra l’altro, assemblea e Consiglio, nel votare il bilancio 2017 – 2018, non avrebbero potuto decidere diversamente in quanto la Provincia, come i Comuni, ha l’obbligo di applicare le imposte, specialmente nel caso di sbilancio della parte corrente”.
“Senza entrare nel dettaglio tecnico, occorre ribadire che come presidente ho semplicemente dato esecuzione ad un bilancio approvato dall’assemblea e dal Consiglio – va avanti il presidente della Provincia -. Successivamente gli uffici hanno prima informato e poi inviato gli avvisi, dando la possibilità alle aziende di razionalizzare i passi carrabili utilizzati, senza applicazione delle sanzioni o interessi. Una introduzione graduale e presidiata, peraltro criticata proprio per questa sua gradualità di applicazione”.
“Quindi, quello che il giovane assenteista Termine vuol far passare per una azione discrezionale ed arbitraria del presidente, è, in realtà, un’azione dovuta, necessaria e legittima, deliberata da tutti i sindaci e dai consiglieri, con partecipazione democratica e confronto istituzionale aperto e trasparente. Un metodo, questo, evidentemente sconosciuto a Termine – conclude Vivarelli Colonna -. Lo aspettiamo allora in assemblea se vorrà, in fine, dare seriamente il proprio contributo, così come richiederebbe il suo mandato se seriamente esercitato”.